Il Pd litiga sullo statuto
Non è stato trovato un accordo per impedire che il segretario corra automaticamente per la premiership. Proposta la data per le consultazioni interne
ROMA - In vista della chiusura del congresso e delle primarie del Parito democratico, il segretario Guglielmo Epifani ha proposto la data dell'8 dicembre, nel partito si sta litigando su regole, statuto e date.
In un primo momento era stata diffusa la notizia che la commissione congresso avesse trovato un accordo per celebrare la primarie l'8 dicembre, i congressi regionali a marzo, dopo quelli provinciali e di circolo.
EPIFANI, INDICATA DATA DEL CONGRESSO - Poi è stato lo stesso segretario a spiegare quanto è accaduto: «Abbiamo indicato la data del congresso, poi abbiamo approvato il documento sulle regole, sulle modifiche statutarie è subentrato un problema - ha spiegato - la commissione aveva trovato un'intesa nella notte, ma due nodi hanno generato riserve, perciò ora la commissione propone di ritirare le modifiche allo statuto In assemblea anche perché mancherebbe la maggioranza qualificata necessaria».
RISPETTARE ASSEMBLEA E DIREZIONE - Epifani ha concluso: «Nell'ambito del regolamento votato si andrà alla discussione in direzione per tutte le procedure necessarie per lo svolgimento del congresso. L'assemblea ha poteri che sono stati rispettati ma anche la direzione ha poteri che devono essere rispettati, formalmente ineccepibili».
BINDI, SEGRETARIO DEVE CANDIDARSI PREMIER - La presidentessa del Pd, Rosy Bindi ha confermato le divisioni fra correnti: «Il lavoro della commissione non è stato unitario, ci sono stati distinguo su questioni non di dettaglio ma sulla natura del partito. Io mantengo il mio dissenso sulla modifica dell'articolo 3 (quella che elimina l'automatismo tra segretario e candidato premier, ndr), e chiederò di votare per parti separate».
Secondo Bindi «le regole non si cambiano in corsa, lo statuto non è a disposizione delle fasi congressuali, le regole servono per sviluppare il confronto; qui sembra scontato chi vincerà ma io sono interessata al come. Il segretario è il naturale candidato alla presidenza del Consiglio e io sono interessata a sapere con quali idee al servizio del Paese».
La presidentessa ha fatto anche riferimento al governo, ricordando le parole di Enrico Letta: «Questo non è il nostro governo, e un Pd forte che sa parlare al Paese, unito, è un aiuto al governo perché sia più forte sulle cose che interessano noi».
IO NON FACCIO SALTARE IL BANCO - Bindi ha avvertito: «Se qualcuno vuole rimandare il congresso si assuma le sue responsabilità. Se qualcuno vuol far saltare il banco non dia la colpa a me», ha aggiunto.
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