Letta: «Non buttiamo via sforzi di italiani», Alfano: «Non accettiamo di avere altri governi in questa legislatura»
Il premier ha avvertito: «Il costo dell'instabilità costerebbe in 4 mesi 1,5 miliardi». Il segretario Pdl: «Si tolgano dalla testa di avere transfughi del Pdl disponibili a fare gli stupidi sostenitori di un governo di estrema sinistra»
ROMA - Il premier Enrico Letta ha avvertito: i riconoscimenti internazionali ai sacrifici degli italiani arrivati da ultimo anche al G20 «possiamo rovinarli in un attimo: basta che buttiamo via la stabilità conquistata con fatica e torniamo facilmente in condizione di grandissima difficoltà». Dal Popolo della libertà (Pdl) sia Angelino Alfano che Renato Schifani hanno rassicurato sulla tenuta dell'esecutivo.
CRISI COSTEREBBE 1,5 MILIARDI - Nel suo intervento in Senato il primo ministro ha detto: «Il costo dell'instabilità è pesante per cittadini e imprese, sarebbe pagato in termini di tassi di interesse, se facciamo le scelte sbagliate queste costerebbero da qui alla fine dell'anno un miliardo, un miliardo e mezzo».
Al G20 di San Pietroburgo, ha sottolineato il premier nelle comunicazioni al Senato, è arrivata «la conferma che seppur con tanta fatica conferma che l'economia mondiale sta uscendo dalla crisi. Per la prima volta non si è discusso di salvataggi, di debiti sovrani, di fibrillazioni dei mercati, ma di crescita, sviluppo e lavoro». Ma soprattutto «per la prima volta l'Italia non è stata trattata da sorvegliato speciale, da pericolo per l'economia mondiale».
AL G20 CI HANNO PROMOSSO – Anzi ha spiegato Letta: «Siamo arrivati forti del lavoro collettivo svolto in questi mesi e in questi anni, e dei tanti sacrifici fatti con fatica dagli italiani. E siamo stati promossi per i risultati raggiunti: i sacrifici e il lavoro hanno trovato un ulteriore riconoscimento». Tuttavia, è il monito del premier, «questo riconoscimento possiamo rovinarlo in un attimo: basta che buttiamo via la stabilità conquistata con fatica e torniamo facilmente in una condizione di grandissima difficoltà». Con una quantificazione precisa sul costo del servizio del debito: «Se facciamo le scelte sbagliate queste costerebbero da qui alla fine dell'anno un miliardo, un miliardo e mezzo in più in termini di tassi di interesse».
Letta ha concluso ricordando quanto resta da fare. «L'Italia ha assunto l'impegno a tagliare il costo del lavoro, e confermo qui l'impegno di ridurre il cuneo fiscale, perché il rigore fine a se stesso non basta, se non ci sono affianco politiche di crescita». Tagliare il costo del lavoro «è il cuore di tutte le politiche per la crescita», ha detto il premier.
ALFANO, NESSUN ALTRO GOVERNO - «Quelli della sinistra sappiano che il Pdl è un monolite a difesa di Berlusconi perché noi non ci divideremo e staremo tutti insieme a rivendicare l'orgoglio della nostra storia. Non accettiamo di avere altri governi in questa legislatura e si tolgano dalla testa di avere transfughi del Pdl disponibili a fare gli stupidi sostenitori di un governo di estrema sinistra». Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, intervistato dal direttore de Il Giornale, alla festa del quotidiano milanese al teatro del Casinò di Sanremo.
SCHIFANI, NON VOGLIAMO INTERROMPERE ESPERIENZA - Anche il presidente dei senatori azzurri Renato Schifani, parlando a margine di una tavola rotonda organizzata dalla Summer school del Pdl, ha assicurato che:
«Il Paese chiede governabilità e il Pdl non ha nessun interesse a interrompere questa esperienza di governo». Commentando le tensioni generate nella maggioranza dai lavori della Giunta del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare, Schifani ha osservato che «i partiti, e in particolare chi ora sta forzando, dovrebbero rendersi conto che è interesse del Paese assicurare una governabilità»..