30 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Politica & Media

«I cronisti non conoscono Twitter». Ma accade anche a Grillo

Nel Movimento 5 Stelle, dal leader in giù, si sa, non hanno particolare amore per la stampa italiana e non perdono occasione per accusarla di strumentalizzazione e di collusione con l'odiata casta dei politici

ROMA - Nel Movimento 5 Stelle, dal leader in giù, si sa, non hanno particolare amore per la stampa italiana e non perdono occasione per accusarla di strumentalizzazione e di collusione con l'odiata casta dei politici. E' accaduto anche oggi nel post a firma del blogger Claudio Messora pubblicato sul sito del comico genovese. Qui, tra le accuse di aver fatto diventare «come per magia l'attivista di un altro movimento», cioè Viola Tesi, promotrice della petizione pro-fiducia al governo, «espressione della base del M5S» e quella di «fare le pulci a una che non conosce il numero esatto dei senatori della Repubblica», i cronisti vengono anche sbeffeggiati per una presunta ignoranza nell'uso di twitter.

«Gli stessi giornalisti - attacca Messora - non sanno distinguere 'Twitter' da 'Tweet', ripetendo grottescamente 'ho letto un twitter di tizio e caio' ad ogni ospitata televisiva». In realtà nell'errore, per i grillini evidentemente non veniale, ci è cascato anche Grillo che pure non risparmia mai nessuno dall'accusa di non essere al passo con i tempi, con il web, con i social network e i social media: «Una volta - ha detto ad esempio a piazza San Giovanni a Roma nel comizio di chiusura della campagna elettorale - noi coi nostri uffici aiutavamo i nostri emigrati all'estero. Ora accade il contrario: sono gli emigrati all'estero che vogliono venire in Italia ad aiutare noi ed è fantastico. Questo signore qui (Salvo Mandarà, l'ormai famoso reporter per caso che ha seguito con la sua telecamera tutto lo tsunami tour mandandolo in streaming, ndr) con questo strumento qua, manda tutto in onda nel cyber spazio e ci arrivano delle mail, dei twitter che sono commoventi, da mettersi a piangere...».