27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Il sisma in Emilia

Terremoti, pioggia e burocrazia i nemici degli sfollati

Dopo la potente scossa di terremoto che ha provocato tra Modena, Ferrara, Bologna e Mantova sette vittime e centinaia di feriti, oltre alla chiusura di negozi e imprese. Domani Monti in visita

MODENA - La pioggia e la burocrazia sono ora i nemici peggiori per le migliaia di famiglie che hanno fermato l'orologio alle 4 di domenica notte, dopo la potente scossa di terremoto che ha provocato tra Modena, Ferrara, Bologna e Mantova sette vittime e centinaia di feriti, oltre alla chiusura di negozi e imprese. E' bilancio più sconsolante per gli sfollati che da due giorni non possono rientrare nelle proprie abitazioni, ma nemmeno vogliono riempire le tende o i locali messi a disposizione dalla Protezione civile. Le rassicurazioni dalla Presidenza del Consiglio che domani firmerà lo «stato di emergenza nazionale» e la visita del presidente del Consiglio a Sant'Agostino, a Bondeno e a Finale Emilia, non sono sufficienti a consolare i terremotati.

5.000 gli sfollati - Secondo i conti più aggiornati della Protezione civile, comunicati dal Capo Franco Gabrielli, sono quasi 5.000 gli sfollati e circa 5.500 posti letto messi a disposizione nei vari comuni. E' questa la prima contraddizione: «I finalesi non vogliono andare a dormire nelle tendopoli, non concepiscono l'idea di rimanere fermi, non si fidano» racconta il parroco don Roberto Montecchi. Ma la questione è un'altra. Gli sfollati non riescono a concepire l'idea che sia proprio la burocrazia a rallentare la «ripresa». La notizia dello stop ai controlli da parte dei vigili del fuoco nella 'zona rossa' considerata ancora a rischio di nuovi crolli, arrivata nel comune modenese in serata, pesa come un macigno. In realtà già dal pomeriggio si era percepito un certo rallentamento nei controlli. Fa parte della burocrazia e delle tante «teste» che comandano la macchina dei soccorsi. Sta di fatto che il duomo dopo 36 ore è ancora scoperchiato e nessuno è in grado di andare a 'salvare' almeno le opere d'arte; la colazione in un campo non si riesce a servire perché non ha funzionato la logistica al centro di smistamento a Modena; a Finale Emilia sono arrivati tre generatori di corrente ma è stato il sindaco a dover reperire 1.500 litri di gasolio per farli funzionare. Mentre negozi e ipermercati sono ancora chiusi. «Io ho proposto alle Coop di mettere fuori i furgoncini, come fanno gli ambulanti» ha detto più o meno scherzosamente il direttore della Protezione civile dell'Emilia-Romagna Demetrio Egidi.

Gli imprenditori cominciano ad avere gli incubi. Nel ferrarese sono state 4 le vittime coperte dalle macerie di tre aziende. Ora tutto il sistema industriale locale è fermo, dall'agricoltura al biomedicale alla meccanica. Lo hanno detto chiaramente le associazioni imprenditoriali e lo ha ribadito il presidente della Regione Vasco Errani durante l'incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà: «Sospendere subito il pagamento dei tributi alle imprese, ammortizzatori sociali per chi non è in grado di riprendere immediatamente». Questioni di cui il governatore ha già fatto accenno al ministro del Lavoro Fornero.

In serata è atteso l'arrivo di Monti a Ferrara. La visita ufficiale nei luoghi colpiti dal sisma comincerà domattina: prima la frazione di San Carlo, dove ci sono le crepe nell'asfalto; poi Bondeno dove il silos dell'azienda che produce polistirolo è ancora piegato a terra; poi nel modenese dove c'è «voglia di fare e non di stare a guardare».