23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Renzi: Uno di noi giovani dovrà candidarsi alle primarie

Prodi smentisce il Corsera: Nessun sostegno a Renzi

Il Professore da sempre non è schierato con alcuna componente del PD. Civati contro Renzi: Leopolda è un'iniziativa veltroniana. Serracchiani: Tutto ciò che unisce è positivo

ROMA - La portavoce di Romano Prodi ha smentito il sostegno dell'ex Premier al Sindaco di Firenze Matteo Renzi, probabile candidato alle prossime primarie interne.
«La lettura dell'articolo Il Big Bang di Renzi scuote gli equilibri nel Pd pubblicato oggi sul Corriere della sera a firma di Maria Teresa Meli - ha affermato Zampa, lei stessa parlamentare Pd, in una dichiarazione - lascia sorpresi. E' noto infatti che il Presidente Prodi non si schiera a favore di nessuna componente interna al Pd. Non si comprende dunque per quale ragione si voglia attribuirgli un sostegno a Matteo Renzi e alla sua iniziativa politica. Nei giorni scorsi questa tesi è già stata smentita con la speranza che, appunto, non rimbalzasse da una testata all'altra. Fatica vana. Sono costretta dunque a ripetere che il Presidente, in coerenza con le sue scelte, guarda con rispetto e interesse a tutto quanto si muove nella società, attento al futuro e al bene del Paese».

Renzi: Uno di noi giovani dovrà candidarsi alle primarie - «Uno o una di noi, cioè di ragazzi più giovani, dovrà candidarsi: non si potranno fare le primarie solo con Bersani, Vendola, Di Pietro e basta». Lo ha detto in conferenza stampa il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha ribadito come «le primarie vanno fatte perché se non ci sono le primarie, non c'è il Pd. Il Pd è nato con le primarie».

Risponderemo a «Cosa farei al posto di Berlusconi?» - «Cosa farei al posto di Berlusconi?» La domanda sarà, da venerdì sera a domenica mattina, il filo conduttore della kermesse di politica Big Bang organizzata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, alla ex Stazione Leopolda del capoluogo toscano. «Decine e decine di persone si presteranno a questo giochino - ha spiegato Renzi in conferenza stampa - se fossi presidente del Consiglio, qual è la prima cosa che farei?».
Ognuno dei partecipanti alla Leopolda-bis avrà cinque minuti a disposizione per rispondere. «I cinque minuti - ha aggiunto Renzi - potranno allungarsi per rispondere alle domande che chiunque potrà rivolgere su facebook, twitter o per sms».
La domanda, ha tentato di far presente qualche giornalista, suona comunque di particolare interesse per lo stesso sindaco di Firenze, soprattutto nel caso in cui riuscisse a strappare al partito che si tengano le primarie per il candidato premier. Ma Renzi insiste che la proposta sia semplicemente collettiva: «Nella tre giorni alla Leopolda, cercheremo di esporre le nostre idee, per un Pd che non sia solo l'elenco delle critiche a Berlusconi. Premesso che tutti hanno capito che siamo anti-berlusconiani - ha continuato Renzi - la domanda a questo punto è: voi cosa fareste al suo posto? Alla Leopolda parleremo di cosa faremmo se fossimo al posto suo».

Le proposte di Zingaretti in parte condivisibili - L'intervento del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti è «interessante, contiene cose condivisibili, altre meno». Così il sindaco di Firenze, Matteo Renzi commenta «le dieci proposte per cambiare l'Italia», pubblicate da Il Foglio di Giuliano Ferrara.
«Finalmente si discute di contenuti e a noi fa molto piacere», spiega Renzi, convinto che anche questo sia un segnale dei suoi effetti all'interno del Pd. Presentando alla stampa la tre giorni del 'Big Bang' alla Leopolda, in programma da domani sera, Renzi afferma che «l'anno scorso parlammo per primi di rottamazione e fummo accolti da una bordata di fischi. Oggi di rottamazione parlano tutti, tutti sono a favore del ricambio, anche chi non la pensa come noi. Questo è stato il primo obiettivo raggiunto».
Ora, continua Renzi, c'è il secondo: «è quello di far uscire il Pd dalla discussione tutta interna agli addetti ai lavori a Roma. Oggi ha scritto una cosa interessante Zingaretti». Alla tre giorni parteciperanno molti amministratori locali del Pd, nonché di altre forze politiche. Tra questi, il sindaco di Savona, Federico Berruti, il presidente del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, Matteo Richetti e, ancora, vari politici in carica da tutte le parti di Italia, oltre a personalità della società civile. «Molti esponenti del Pd vedono con preoccupazione questo evento, ma non il Pd dei militanti».
In apprensione, per Renzi, sono «i dirigenti che si domandano 'ma cosa si saranno messi in testa di realizzare?'. Io credo invece che con Richetti e gli altri vogliamo semplicemente mostrare al Pd che non si deve avere paura di chi ha idee. Avrei paura - conclude Renzi - di chi idee non ne ha e continua a vivere di rendita».

Civati contro Renzi: Leopolda è un'iniziativa veltroniana - «Mi sembra molto veltroniana l'iniziativa che Renzi farà sabato e domenica». Così Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd in Lombardia, intervenuto alla trasmissione La Mala Oposiciòn, in onda stasera su Radio Vortice. «I veltroniani oggi stanno tutti con Renzi, ieri è uscito un comunicato stampa in cui molti dei cosiddetti veltroniani dicono che andranno alla Leopolda».
«Il messaggio che finora Renzi ha mandato sulla 'nuova Leopolda' - aggiunge Civati - è molto generico: dice che si vuole candidare ma non si candida, che vuole farlo con il Pd ma non nel Pd, che vuole parlare di politica ma non di primarie. Non so cosa abbia in mente».

Serracchiani a Renzi: Tutto ciò che unisce è positivo - «Tutto quello che unisce è positivo». Così l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani alla vigilia della convention di Matteo Renzi alla Leopolda.
Secondo Serracchiani «ciò di cui abbiamo bisogno ora è chiarire meglio il programma del Pd, allargare il raggio del centrosinistra e unire le forze per governare il dopo Berlusconi, perché con una coalizione sbrindellata non si va da nessuna parte. Chi va in questa direzione - sottolinea - dà una mano. Al contrario - aggiunge l'europarlamentare - l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è aiutare il centrodestra a fare la conta dei rivoli in cui si disperde il Partito democratico».