Renzi attacca, Bersani lo ignora
La sfida a distanza è nei fatti, l'assemblea dei circoli Pd convocata da Pier Luigi Bersani in contemporanea con il «Big bang» di Matteo Renzi appare come la prima tappa della corsa verso le primarie. Il sindaco di Firenze punzecchia più volte, «low profile» del Segretario
ROMA - La sfida a distanza è nei fatti, l'assemblea dei circoli Pd convocata da Pier Luigi Bersani in contemporanea con il 'Big bang' di Matteo Renzi appare come la prima tappa della corsa verso le primarie, anche se il segretario democratico ha scelto il 'low profile'. Il sindaco di Firenze, in realtà, ce l'ha messa tutta come al solito per punzecchiare i vertici del suo partito, da Firenze ha annunciato di essere «maggioranza» nel centrosinistra, ha chiesto polemicamente di evitare «sovrapposizioni» quando in autunno lui terrà un'altra iniziativa pubblica, è tornato ad invocare la 'rottamazione' di «Bindi, Veltroni, D'Alema, Marini...». Il copione pensato da Bersani, però, non prevedeva risposte, il leader Pd non vuole che il dibattito pubblico diventi una schermaglia tra lui e il sindaco di Firenze e ai segretari dei circoli del partito assicura: «Si teme che saranno una rissa: ma ci son dentro anch'io, finché ci sono io non saranno una rissa».
BERSANI: CREDIBILI PER L'ITALIA - Qualche giornalista tv prova a far notare al segretario che nel suo intervento non c'era nemmeno un passaggio su Renzi, ma il segretario si limita a replicare: «Eh!», come a dire 'perché avrebbe dovuto esserci?' Certo, il leader Pd ha difeso la scelta delle primarie spiegando che «se le fa il Pdl, come può non farle il Pd che ne ha il 'copyright', ma poi ha invitato i segretari dei circoli: Adesso non è che dovete mettervi ad organizzare le primarie, adesso abbiamo altro da fare. Ho detto qual è il percorso, va scandito così: ci sono mesi davanti, si vedrà, ci sarà tutto il tempo. E stavolta non è solo primarie, c'è in gioco il governo dobbiamo essere credibili per l'Italia».
LA QUESTIONE ANAGRAFICA - L'unico vero accenno che sembra una risposta a Renzi, ma non solo, è quello dedicato al rinnovamento: ci sarà ricambio, ha assicurato Bersani, ma non «senza rinunciare a preziose esperienze». Insomma, va bene aprire ai giovani, ma senza 'ghigliottinare' tutto il gruppo dirigente del partito. In realtà a spingere per il prepensionamento di tutto l'attuale gruppo dirigente non c'è solo il sindaco di Firenze ma anche un'area trasversale di 'trenta-quarantenni' come Filippo Civati e Sandro Gozi. A tutti Bersani risponde: ok, ma con giudizio.
IL SEGRETARIO FA MELINA - Per il resto, nessun botta e risposta pubblico con Renzi. Molte frecciate a Berlusconi e Grillo, un breve passaggio sulla crisi e qualche pacca sulle spalle ai segretari di circolo («Conosco bene i problemi di cui avete parlato, e anche quelli di cui non avete parlato per carità di patria. Anche io ho fatto il vostro lavoro»). Il primo round delle primarie finisce così, con Renzi che provoca e Bersani che fa melina.