Di Pietro: «La fiducia è un atto di vigliaccheria». Bocchino: «Manovra è già stata spesa»
Il leader dell'IDV: «Serve una protesta massiccia per mandarlo a casa». Terzo Polo: «Ora nuovo Esecutivo contro la crisi»
ROMA - «La fiducia posta dal governo al Senato è un atto di vigliaccheria da parte di un esecutivo che non ha più niente da dire e da dare al Paese». E' quanto afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: «Questo è un governo che intende far passare, tramite il ricatto e la compravendita di senatori, una manovra che grava pesantemente sulle spalle degli italiani».
Secondo il leader IdV è necessaria «una protesta massiccia per mandare a casa questo esecutivo che continua a recare ogni giorno danno al nostro Paese prima che, dall'estero, l'economia reale abbandoni completamente l'Italia».
Belisario: «La fiducia è disprezzo per i cittadini e il Parlamento» - La fiducia sulla manovra è «un atto di disprezzo verso il Parlamento e i cittadini, l'ennesimo di una lunga serie che ci ha portati ad un passo dal default». Lo scrive sul suo blog il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario.
«È evidente - conclude - che questo esecutivo allo sbaraglio è incapace di assumersi le proprie responsabilità, ormai ha ridotto le istituzioni parlamentari ad uno stato larvale e ha perso ogni minimo contatto con la realtà di un Paese che soffre profondamente: dobbiamo puntare sulla democrazia partecipata, le proteste di piazza ad oltranza e le campagne referendarie per abolire legge porcellum e Province, per sfiduciare dal basso, con la forza della società civile, un Governo arrogante e inaffidabile degnamente rappresentato dal Presidente dei ricattati. Se Berlusconi vuole davvero dare un segnale positivo ai mercati, deve solo togliere il disturbo: noi - conclude Belisario - continueremo a lottare al fianco dei cittadini, dei sindacati, delle piccole e medie imprese, di tutta la gente onesta, fino a quando non libereremo il Paese dalla sua intollerabile presenza, costi quel che costi».
Bocchino: «La manovra è già stata spesa. A dicembre servirà la terza» -«Diciamoci la verità, questa finanziaria è già bruciata è già stata spesa, bisognerà farne un'altra a dicembre». Lo ha affermato il Vicepresidente Fli Italo Bocchino nel corso della puntata di stasera di In Onda, il programma di approfondimento de LA7 condotto da Luisella Costamagna e Luca Telese.
«Mettere la fiducia è un gravissimo errore - prosegue Bocchino - però a questo punto il Governo se ne assuma la responsabilità e si approvi in fretta la manovra. A noi non piace, non la voteremo, ma chiediamo che la approvino in fretta».
Terzo Polo: «Ora nuovo Esecutivo contro la crisi» - «Da oggi la crisi italiana sale di livello ed entra in uno stadio diverso e più grave. Non sono più solo gli andamenti negativi dei mercati a valutare la debolezza e l'inconsistenza della manovra economica del Governo. Sono le grandi istituzioni politiche e finanziarie dell'Europa che scendono in campo per segnalare la situazione critica dell'Italia nell'euro e chiedere una risposta finalmente adeguata. Di esse si sono fatti interpreti il Governatore della Banca d'Italia e, ieri, il presidente della Repubblica». E' quanto afferma il deputato Giorgio La Malfa, in una nota sottoscritta dal segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, dal vicepresidente di Fli Italo Bocchino, dalla portavoce di Api Linda Lanzillotta e dal capogruppo di Mpa al Senato Giovanni Pistorio.
«Sarebbe irresponsabile non tener conto di questi sviluppi ma ormai non basta più un ulteriore, improvvisato aggiustamento della manovra da parte dell'esecutivo in carica - osserva il terzo polo -. Affrontare questa situazione richiede una discontinuità del Governo del Paese poiché esso è parte della mancanza di credibilità dell'Italia».
«Il Terzo Polo rivolge un appello alle parti più ragionevoli della maggioranza perché si rendano disponibili, con senso di responsabilità nazionale, a sostenere un nuovo esecutivo che affronti, con la determinazione e la fermezza necessaria, la crisi italiana. Non dare oggi una risposta politica adeguata vuol dire assumersi la responsabilità di una crisi drammatica del nostro Paese», concludono gli esponenti del terzo polo.