12 settembre 2024
Aggiornato 21:30
Manovra economica

Giro di telefonate Colle-Draghi, il Governo «cede» sul restyling della manovra

Il Premier Berlusconi «incassa» l'Iva. Ma il Ministro Tremonti ottiene che non sia utilizzate per la spesa pubblica

ROMA - Telefoni roventi e molta, moltissima confusione. E' il film di una nuova giornata di fibrillazione per la maggioranza, culminata con il 'vertice delle modifiche' - le ennesime - di Palazzo Grazioli e conclusa con una conferenza stampa di Silvio Berlusconi annunciata e poi misteriosamente annullata. In mezzo due telefonate (e un'altra data per certa, ma smentita da altre fonti), capaci di sbloccare una situazione ingarbugliata. Almeno fino a domani.

La prima telefonata è quella fra Giorgio Napolitano e Gianni Letta. Il messaggio recapitato, dicono fonti di governo, è a grandi linee quello contenuto nel comunicato vergato ieri sera dal Colle. A questa segue un altro colloquio telefonico, non confermato da alcune fonti, che sarebbe intercorso tra Mario Draghi e Silvio Berlusconi. I desiderata europei vengono ribaditi dall'ex governatore al premier. Nell'esecutivo tutti sono consapevoli che l'atteggiamento della Bce risulterà determinante in vista della riunione del board di giovedì e, soprattutto, sulla tenuta dei mercati, per ora sostenuta dall'acquisto di titoli di Stato italiani da parte della Banca centrale.

L'ultima chiamata, ore 12 circa, è quella fra il premier e Giulio Tremonti. Si sblocca il capitolo Iva, con una condizione richiesta e ottenuta dal ministro dell'Economia (che dopo mesi di resistenza dovrà comunque accettare una misura fino a ieri non condivisa): vada per l'aumento dal 20 al 21%, ma a patto che le risorse vengano destinate al miglioramento dei saldi e non al capitolo spesa. E questo nonostante il pressing di una parte del Pdl e dei ministri, che reclamano da tempo risorse per sostenere tagli considerati insostenibili.

A Grazioli il clima è teso. Alcuni «falchi» berlusconiani invitano il premier a non accettare quello che di fatto si configura come un «commissariamento» europeo. Ma Berlusconi non può far altro che ratificare - dopo una lunga e difficile discussione - quanto assicurato nel corso della mattinata ai suoi autorevoli interlocutori istituzionali. A sera il consiglio dei ministri modifica ulteriormente la manovra, allargando la platea da sottoporre al super prelievo del 3%: si passa dai redditi sopra i 500 mila a quelli sopra i 300 mila. Viene annunciata una conferenza stampa, tutto è pronto per l'intervento in sala stampa del Cavaliere. Poi improvvisamente salta la conferenza. Ancora confusione. Stasera comunque il maxiemendamento approva in Senato, domani il voto di fiducia.