19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Il leader dell'Idv ha solo «avversari»

Di Pietro: «Berlusconi non è un mio nemico»

«Il senso di responsabilità impone di capire le ragioni degli altri. Manovra mortale, va stravolta o non la votiamo. Caso Penati? La responsabilità politica può ricadere sul Pd»

ROMA - Antonio Di Pietro ha solo «avversari», e non «nemici» in politica. Il leader di Idv lo ha detto al settimanale Chi: «Non serbo rancore. Ho molti avversari, non nemici. Ne è prova il mio colloquio con Berlusconi quest'estate alla Camera. Il senso di responsabilità impone di capire le ragioni degli altri. Ma chi ha le cariche più importanti ha il dovere di capire quand'è giunto al traguardo e deve passare la mano. Ho sempre avuto rispetto per Bossi, ma oggi che lo vedo ancora ministro, ecco... Pure Berlusconi dovrebbe farsi da parte. Mi sono fatto da parte da magistrato, quando ho capito che la mia posizione era sovraesposta e avrebbe danneggiato il cammino della legge».
Sul fronte delle misure contro gli sprechi della politica, Di Pietro ha detto: «La 'casta' si autopunisca con una riduzione del 50 per cento dei parlamentari e dello stipendio. Questo il messaggio di pentimento francescano da inviare al Paese».

«Manovra mortale, va stravolta o non la votiamo» - Una manovra, quella finanziaria, «mortale, iniqua, indegna di un Paese civile», che «colpisce i ceti più deboli». Una maggioranza «entusiasta come Nerone, che, mentre Roma bruciava, suonava, cantava ed era, anche lui, entusiasta». Insomma, ad Antonio Di Pietro proprio non è piaciuto «il frutto del lavoro del governo di Arcore», quella manovra finanziaria varata ieri a villa San Martino e che l'Idv giudica oggi «non votabile». Quindi, ha detto Di Pietro stamattina in conferenza stampa, «vedremo in Parlamento se la maggioranza darà seguito alla propria volontà di aprirsi al dialogo con le opposizioni, nel qual caso l'Idv darà il proprio contributo, o se continuerà a prendere in giro gli italiani».
Italia dei Valori ha presentato una serie di emendamenti alla manovra, «già depositati sotto forma di un ddl di contromanovra che io stesso ho mandato al ministro dell'Economia», ha precisato Di Pietro, ma che «la maggioranza non ha voluto nemmeno tenere in considerazione». Proposte di modifica, quelle scritte dall'ex pm e dai suoi, «sulle quali pretendiamo una discussione parlamentare punto per punto e molto approfondita», anche per capire «chi vuole fare davvero un pezzo di strada con noi e chi invece no».
Non ha dimenticato, Di Pietro, «che meno di un mese e mezzo fa questa maggioranza e un pezzo di opposizione ha bocciato un nostro progetto di legge nel quale era prevista l'abolizione delle province e che adesso, sempre la stessa maggioranza, ripropone l'abolizione delle province, ma dopo...».

«Caso Penati? La responsabilità politica può ricadere sul Pd» -«Quando una nave va a sbattere sugli scogli sarà pure colpa del nostromo ma la responsabilità oggettiva se la porta a casa il comandante della nave».
«La responsabilità penale è personale - ha aggiunto Di Pietro - ma il Pd che fa? Una cosa è la responsabilità penale e una è quella politica. Il Pd se lo tiene ancora in bilico con la sospensione o gli dice 'Penati, amico mio, quella è la porta. Vai in pace'? Bisogna interrompere immediatamente questo rapporto fiduciario fino a quando quel signore non giustifica i suoi comportamenti. I fatti usciti non sono beghe politiche, c'è una questione morale che va affrontata». Sulla possibile rinuncia alla prescrizione da parte di Penati, «una persona che tiene al suo onore a prescindere dagli eventi processuali non può che rinunciare alla prescrizione. Alla prescrizione rinuncia chi si ritiene intimamente innocente, gli altri preferiscono la scorciatoia. Quindi certo che deve rinunciare se vuole tornare bianco come un lenzuolo, altrimenti rimarrà sempre sporcato».
Sulla vicenda Penati «l'aspetto giudiziario è chiaro: al di là della professionalità dei colleghi vedo che l'accusa è irrobustita da un'accurata documentazione. Per chi è accusato sarà difficile dimostrare la propria innocenza».
Un colpo per il centrosinistra? «No, attenzione: questa è una sfida che riguarda tutti. Perché io mi auguro che anche il centrodestra arrivi alle elezioni con uno schieramento pulito».
Due le vie per battere la corruzione, conclude: «Stop ai finanziamenti dai privati e rivedere il finanziamento pubblico».