Berlusconi: «Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani»
Ma intanto Comuni, Province, sindacati e magistrati sono sul piede di guerra. Osvaldo Napoli (Anci): «Vogliamo parlare con il premier. Vendere le partecipate vuole dire svendere». Camusso (Cgl): «La manovra equivale ad un golpe del governo». Petricciolo (Cisl): «Basta fare cassa con le pension». Martino (Pdl): «Hanno vinto i frondisti del PDL»
ROMA - «Avevo detto che introducendo il contributo di solidarietà avevo il cuore che grondava sangue, e ho sempre promesso che non avrei messo le mani nelle tasche degli italiani. Siamo riusciti ad ottenerlo trovando altre fonti di risparmio, abbiamo inasprito la lotta all'evasione fiscale». Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, commentando le modifiche apportate dal governo alla manovra.
Berlusconi: «Sono soddisfatto la manovra è equa» - Sono molto, molto soddisfatto perché la manovra è molto migliorata senza modificare i saldi» e abbiamo «reso la manovra più equa e sostenibile». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando a Studio Aperto.
Berlusconi ha ricordato di aver «detto subito che manovra sarebbe migliorata e credo che il fatto di sempre lavorato ad agosto senza fare praticamente vacanze sembra abbia portato al risultato di renderla più equa e sostenibile».
Napoli (Anci): «Bogliamo una bicamerale per il riordino dei comuni» - Stralciare gli articoli 16 e 4 della manovra rispettivamente sull'abolizione dei comuni sotto i mille abitanti e sull'obbligo di cedere le partecipate, un incontro urgente per chiarire i punti in sospeso e istituire una sorta di 'bicameralina' per definire il riassetto istituzionale degli enti locali in «tempi rapidissimi». Queste le principali richieste dell'Anci emerse nel corso del comitato direttivo riunitosi per fare il punto sulla manovra e illustrate nel corso di una conferenza stampa dal presidente dell'Anci, Osvaldo Napoli, dal vice presidente, Graziano Delrio e dal presidente dell'Anci Lombardia, Attilio Fontana. Le modifiche sono «apprezzabili», ha affermato Napoli «ma i sindaci restano in allerta».
Napoli ha poi ricordato che l'Anci «ha mandato una lettera al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e ai ministri Maroni, Tremonti e Calderoli con la richiesta di una convocazione urgente per chiarire i punti in sospeso e migliorare la manovra. Siamo in allerta e attenti alla situazione che è in evoluzione perché non abbiamo ancora documenti scritti. Non sappiamo ancora il bene e il male della manovra per cui il giudizio è sospeso» ha concluso.
Soffermandosi sull'articolo 4 della manovra, quello che istituisce per i comuni l'obbligo di vendere le società partecipate, Napoli ha osservato che «in queste condizioni, visto il crollo dei mercati, vendere equivarrebbe a svendere e per gli enti locali sarebbe come perdere i pantaloni per strada. Diamoci almeno un anno di tempo». Napoli ha poi fatto cenno alla necessità di «rivedere il patto di stabilità e di concedere maggiore autonomia finanziaria ai comuni».
Delrio (Anci) : «Maroni ci ha detto che si impegnerà a impedire i tagli» - Altro aspetto critico, ha aggiunto Delrio, «è che non abbiamo notizie sui nostri emendamenti presentati. Non si ha notizia certa del carico del Patto di stabilità sui comuni. Chiediamo che i tagli previsti in questa manovra vengano cancellati: il loro dimezzamento è una buona notizia ma Maroni ci ha detto che si impegnerà per la loro cancellazione».
I Magistrati e l’Avvocatura dello Stato: «Non possono pagare solo gli statali, è incostituzionale» - «Il Comitato intermagistrature, in attesa di conoscere nel dettaglio il testo definitivo delle modifiche alla manovra, con riferimento al cosiddetto 'contributo di solidarietà', ribadisce l'assoluta contrarietà alle misure che incidono unicamente sul pubblico impiego senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato e le fonti di spreco delle risorse più volte segnalate».
Sono stati salvati i patrimoni e gli evasori, ma si sono accaniti sui dipendenti pubblici - Lo sottolinea in una nota il Comitato di Coordinamento fra le Magistrature e l'Avvocatura di Stato. Facendo pagare solo i dipendenti pubblici si viola il principio di eguaglianza del sistema fiscale.
«E' del tutto evidente - continua la nota - l'incostituzionalità di una disposizione con la quale si opera una decurtazione secca del trattamento economico solo dei dipendenti pubblici, in violazione dei principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale».
Le tasse sono odiose solo se riguardano i privati che guadagnano sopra i 150 mila euro - «Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese - prosegue il comunicato - non significa accettare l'iniquo mantenimento dei tagli alle retribuzioni pubbliche, già previste dall'art. 9, comma 2, del D.L.78/2010 che proprio quel contributo di solidarietà, estendendone la disciplina a tutto il settore del lavoro dipendente (pubblico e privato), esplicitamente abrogava in ragione della nuova e unitaria previsione normativa che richiedeva a tutti i lavoratori dipendenti - pubblici e privati - la partecipazione al risanamento delle pubbliche finanze in un momento di particolare crisi come quello attuale. Appare privo di ratio e contrario al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione considerare il taglio delle retribuzioni oltre i 90.000 / 150.000 euro come 'odiosa tassa' da evitare per il solo settore privato e, per converso, quale necessario risparmio di spesa pubblica in relazione ai lavora-tori del settore pubblico».
«Per questi motivi - conclude la nota - il Comitato si riserva l'adozione di iniziative di protesta, nessuna esclusa, e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui temi della funzionalità del sistema giudiziario».
Camuso (Cgil): «Sulle pensioni il governo ha fatto un golpe» - «Sulle pensioni è stato fatto un golpe, della cui gravità non ci si è resi del tutto conto». È durissimo il giudizio del leader della Cgil, Susanna Camusso, sulle modifiche alla manovra economica decise ieri durante il vertice di maggioranza.
Camusso è convinta che le modifiche alla manovra in materia di pensioni «determineranno un contenzioso infinito. Questa è una certezza». Il segretario generale della Cgil ha sottolineato che «siamo di fronte a una discriminazione e a una violazione di uguali diritti e condizioni».
Camusso ha parlato inoltre di «manovra classista» e di «vendetta» contro quelli che la pensano diversamente dal governo, a partire dal sistema cooperativo. «Mi auguro - ha concluso - che nessuno dica che è una manovra per la crescita. Avrà un effetto depressivo e il sospetto è che si colpiscano tutti i settori che hanno avuto una opinione diversa da quella del governo».
Petriccioli (Cisl): «Basta fare cassa con le pensioni» - E' indispensabile che a pagare siano quelli che possono di più. Sì dunque al contributo di solidarietà e no a interventi sulle pensioni per fare cassa. Lo dichiara in una nota Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl.
«Pur comprendendo l'esigenza di varare immediatamente la manovra, riteniamo indispensabile - sottolinea Petriccioli - che il contributo richiesto ai cittadini sia equo e proporzionato alle capacità economiche di ciascuno. Il peso delle ultime manovre è stato addossato principalmente sui lavoratori e sui pensionati. E' ora indispensabile che a pagare siano coloro che più possono. Per questo non condividiamo la scelta di utilizzare per l'ennesima volta il capitolo pensioni per far cassa, soprattutto imponendo ulteriori misure finalizzate a differire il momento di uscita dal lavoro».
«Tali scelte, oltre che inique, rischiano di rivelarsi parzialmente inefficaci, in considerazione della difficile situazione occupazionale e delle imprese. Va invece ripristinata - conclude Petriccioli - la proposta di un contributo di solidarietà sui percettori di redditi alti, misura che appare sostanzialmente più equa ed efficace perché è giusto che chi ha di più debba contribuire maggiormente all'equilibrio dei conti e della finanza pubblica».
Martino (Pdl): «Le correzioni alla manovra sono anche un successo dei frontisti pidiellini» - «Ma insieme a noi si è mosso bene anche Berlusconi. Ha cambiato la manovra senza irritare Tremonti che è un personaggio permaloso». Lo dice Antonio Martino al Messaggero, tra i primi a negare il voto alla prima versione della manovra. Al Premier disse «se resta così com'è tu perdi la faccia e io non voglio perderla» ma ora le cose sono cambiate e «vediamo cosa accadrà in Senato».
«Resto sempre dell'idea - prosegue - che non di manovre abbia bisogno questo Paese ma di riforme. E qui non le vedo, se non timidamente».