5 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Il giorno dopo l'approvazione della manovra bis

Bossi: Tremonti raddoppierà gli stipendi

«Abbiamo trovato la via per sostituire il Tfr per imprenditori». Montezemolo: «Meglio una patrimoniale sui ricchi». Vendola: «Tremonti è il fallimento dell'Italia»

TRENTO - Un progetto del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, per raddoppiare gli stipendi dei lavoratori. E' l'idea, discussa probabilmente nell'ultimo vertice a Gemonio tra Bossi e lo stesso Tremonti, per far ripartire l'economia italiana in un momento in cui l'Europa chiede soprattutto «tagli». La ricetta per «rilanciare» è stata rivelata ieri notte dallo stesso leader della Lega Umberto Bossi sulle montagne di Avio, a 1.500 metri di altezza, dove ha parlato davanti a circa quattrocento sostenitori.
«Purtroppo l'Europa stavolta voleva solo tagli. Ma noi abbiamo in mente come rilanciare l'economia. Due o tre progetti - dice Bossi - Uno riguarda lo sviluppo che parte dal basso. C'è una via attraverso cui i lavoratori avrebbero praticamente il raddoppio dello stipendio. Ma è un'idea di Tremonti ed è giusto che sia lui a dirla. E' un bel progetto che sta venendo avanti. E a breve la battaglia di chi lavora sarà quella».
«Ci sono tante cose - prosegue Bossi - Il Tfr Mussolini lo inventò perché dopo la crisi del '29 della finanza americana, come adesso, per evitare scontri in piazza inventò il Tfr. Chi perdeva il posto, prendeva il Tfr. Poi logicamente gli imprenditori il Tfr lo usano per le loro fabbriche. Abbiamo trovato la via per sostituirlo per gli imprenditori, l'ha trovata Tremonti. E quindi c'è un progetto che darà un doppio stipendio mensile».

Bossi: «In Cdm telefonata Bankitalia per tagliare le pensioni» - Una telefonata di Bankitalia in pieno Consiglio dei ministri non è bastata per far introdurre da subito, per l'opposizione della Lega, l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne. Parola di Umberto Bossi, che in un comizio ad Avio, ha detto: «Questa settimana pensavo davvero di non farcela sulle pensioni. Eravamo in Consiglio dei ministri all'inizio. E' arrivata la telefonata di Bankitalia che ha chiesto di tagliare le pensioni. E ho preso Brunetta, a cui ho dato uno spintone e gli ho detto: Attento che ti faccio un manifesto che vuoi tagliare le pensioni, così ci penserai, e vedrai quanti voti prenderai. Ma io non ho il coraggio di tagliare le pensioni alla povera gente che non ha da mangiare».
«E a Berlusconi - ha aggiunto Bossi tra gli applausi - l'ho detto: le pensioni non si toccano sennò si rischia di far saltare il governo».
Bossi ha raccontato così la trattativa con il premier sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne. «Lui diceva 2012, io 2018. Lui 2015. Entra Tremonti e fa 16 è il numero perfetto. Porta fortuna. E io: dammi la mano e non parliamo più di pensioni. Alla fine l'abbiam chiusa lì. Sono uscito e mi ha chiamato Bonanni per dirmi grazie per aver tenuto duro. Eh, son mica scemo a far saltare le pensioni». «Abbiamo fatto - ha aggiunto - un'azione buona e onesta».
Sull'innalzamento dell'età pensionabile, Bossi ha raccontato di essersi rivolto a «Silvio», dicendo che le donne sono più importanti degli uomini. Sono quelle che portano avanti i figli».

«Non serve a niente tagliare le province» - «Ormai tutti voglio non tagliare le province, per un errore di calcolo. La sinistra, tutti. Non serve a niente tagliare le province. Quando tagli le province, chi ci lavora non è che va a casa, si trasferisce in Regione.
Non è che fai di più. E poi devi fare un sistema che controlla le scuole e l e strade, non è che fai grandi risparmi». Lo ha detto il leader della Lega Umberto Bossi, parlando ad un comizio della Lega ad Avio. La soppressione di alcune province, » Quella roba lì l'ha lanciata il partito di Berlusconi e quindi alla fine è arrivato a tagliare, Abbiamo mediato un po'. Intanto non tutte.r> C'C'è il rischio anche di ribellione - ha detto Bossi - Se va a tagliare la provincia di Bergamo c'è il rischio che prendano i fucili e ci sparano dietro, perché la provincia è diventata una faccenda di identità, anche. Dobbiamo tagliare le province piccole, quelle che hanno inventato, soprattutto quelle del centro sud».

«Per i Comuni c'è la tassa di scopo» - «Gli enti locali rischiano di essere in difficoltà. Va be', tanto il mondo non è finito ieri: il governo può sempre intervenire. Abbiamo anticipato il federalismo fiscale. Non siamo scomparsi».
» I comuni posso sempre fare una tassa di scopo. Se vogliono fare una strada saranno i cittadini a dire se la voglion fare e una piccola cassa non gliela fan mancare. Certo che se fa delle stupidaggini gli danno una mazzolata in testa al posto della tassa di scopo». Secondo Bossi «Se la Bce non ci comprava i titoli di Stato sarebbe stato il fallimento più drammatico. Che il Paese non va bene lo san tutti. Adesso succhiatevela». «Per fortuna - ha detto Bossi - c'è la grande Padania che è forte. E che è unita. E' la nostra fortuna».

Montezemolo: «Meglio una patrimoniale sui ricchi» - «Quello del prelievo sui rediti oltre 90mila euro è uno scandalo puro e semplice (..) colpiscono chi vive di stipendio e paga quasi il 50% di tasse, e vede persone introno a sé che guadagnano molto di più dichiarando poco o nulla. (..). Una cosa è chiedere un contributo di solidarietà a me o a Berlusconi, una cosa è colpire un dirigente con famiglia a carico». Lo dice il presidente di «Italia Futura», Luca Cordero di Montezemolo, che critica la manovra del governo Berlusconi sostenendo, in un'intervista al Corriere della Sera, che sarebbe stato meglio «varare un'imposta una tantum sui patrimoni superiori ai 5 o ai 10 milioni di euro, andando a colpire in questo modo anche gli evasori».
Per il presidente della Ferrari ci sarà bisogno di «un cambio di passo», senza «salvatori della patria», ma «ci son molte persone perbene che vogliono impegnarsi, è necessaria una ricostruzione anche etica». E alla domanda se si sta preparando, Montezemolo risponde solo «Ognuno dovrà fare la sua parte nei diversi settori della vita civile, solo così un Paese pieno di eccellenze potrà risollevarsi».

Prestigiacomo: «Abolizione Sistri regalo alle mafie» - «Cancellare il Sistri, magari per rendere la vita più facile alla categoria dei parrucchieri, come è stato surrealmente argomentato, è un errore gravissimo, una follia. Quanti predicano legalità e rigore dovrebbero farsi un esame di coscienza, e capire che stavolta hanno fatto un regalo alle ecomafie». E' quanto afferma in un'intervista alla 'Repubblica' il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, che aggiunge che «la tracciabilità dei rifiuti è un obbligo comunitario che consente di seguire il percorso dal produttore allo smaltimento finale, contrastando tutti gli smaltimenti illeciti che hanno ingrassato per decenni le ecomafie. Il Sistri è anche a costo zero per le casse dello Stato».
«Ne parleremo in parlamento - conclude -. Non possiamo gettare al vento quanto fatto finora».

Di Pietro: «Tagliare i vitalizi e tutte le province» - Chiediamo al governo «di non mettere la fiducia e di evitare di trattare i parlamentari come macchinette, buone solo ad alzare la mano per votare. Auspichiamo un dibattito vero. Noi, invece, abbiamo il dovere di proporre un'alternativa, evitando di dire sempre e soltanto di no» «Bisogna abolire tutte le province - prosegue il leader dell'Italia dei valori -. Poi nella manovra del governo si tassano le rendite finanziarie dal 12 al 20 per cento, lo chiediamo da tempo. Ma sui costi della politica il decreto è davvero deprimente».
««Va bene ridurre l'indennità di deputati e senatori - sottolinea Di Pietro - ma i vitalizi? E il numero dei parlamentari? Se servivano soldi si poteva far pagare il contributo di solidarietà a quelli che hanno riportato i soldi in Italia grazie allo scudo fiscale, un vero riciclaggio di Stato. Poi bisognava intervenire sull'evasione fiscale in modo netto, è un'operazione fondamentale, invece non se ne parla nemmeno in una riga. Inoltre le Regioni vanno accorpate, penso, giusto per fare un esempio, all'Abruzzo e al Molise. Altra cosa: riduciamo i finanziamenti ai partiti. Ma la vera rivoluzione sarebbe nelle liberalizzazioni e nelle privatizzazioni, che invece mancano nella manovra».
«Ho letto con attenzione - conclude - le proposte del Pd e dell'Udc. Dovremmo fare come i sindacati e Confindustria, la Camusso e la Marcegaglia insieme: sederci allo stesso tavolo ed elaborare un pacchetto unitario di modifiche per cercare di migliorare questa manovra in Parlamento».

Avvenire: «La famiglia grande assente nei provvedimenti» - La manovra ha trascurato, una volta di più, la famiglia. L'accusa arriva dal quotidiano dei vescovi Avvenire, che in un editoriale firmato dal direttore Marco Tarquinio ribadisce le proprie convinzioni. «C'è una grande assente - si legge in prima pagina - nella considerazione di chi sta impostando questa nuova stagione di austerità e sacrifici.
Una grande assente che è e resta la protagonista della tenuta e della risalita possibile del sistema Italia: la famiglia». A fronte di questa situazione, il quotidiano cattolico chiede «una svolta verso un sistema di tassazione finalmente amico dei nuclei familiari, soprattutto quelli con figli».
Tarquinio critica tanto i precedenti governi di centrosinistra, accusati di pregiudizio ideologico, quanto i successivi di centrodestra, che hanno fatto promesse in questo senso senza poi mantenerle. «Ma con la realtà - conclude il direttore - prima o poi bisogna decidersi a fare i conti, anche le vicende di questi giorni ce lo ricordano. E dire famiglia è il modo più vero e bello per dire solidarietà e dire futuro».

Cesa: «La manovra danneggia ceto medio e famiglie» - «Il nostro senso di responsabilità verso l'Italia non può essere confuso con la condivisione di una manovra che danneggia il ceto medio e le famiglie, facendo gravare su di loro i costi del risanamento italiano. Lavoreremo in Parlamento per migliorare il provvedimento perché così deve fare una grande opposizione responsabile. E non accetteremo nuove prese in giro come quelle sul numero degli abitanti o sull'estensione delle Province, su cui Calderoli sembra il Dottor Stranamore. Le province vanno abolite, punto e basta». Lo dichiara in una nota Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc.

Vendola: «Tremonti è il fallimento dell'Italia» - «Tremonti per tre anni ha manipolato la realtà, ha nascosto l'impoverimento dell'Italia reale, e ha spinto i tagli nella direzione più autolesionista, come innovazione e ricerca». Lo dice Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, in un' intervista sul quotidiano L'Unità. «Ormai - prosegue il leader di Sel - è un personaggio da letteratura, o da psicanalisi. Un ministro che si comporta come un intellettuale No Global, con giudizi sprezzanti sulla finanziarizzazione dell'economia globale. Dimenticando che lui è da 10 anni il padrone dell'economia italiana, e non può fare l'analista distaccato del fallimento di un ciclo economico. Lui è il fallimento dell'Italia, è la malattia, non la medicina. Ha bruciato tutti i ponti, ha consumato vendette interne anche in questa manovra. E' un uomo solo in trincea. E' molto probabile che ceda il passo davanti allo scandalo che lo scalfisce, uno più seri della storia recente».

Romano: «Se Tremonti lasciasse sarebbe solo per stanchezza» - «Se Giulio Tremonti lasciasse, sarebbe solo per stanchezza». Saverio Romano, ministro delle Politiche agricole, parlando con Libero non esclude un passo indietro del titolare dell'economia. «Il ministro ha fatto un grande lavoro, ma è molto teso e capisco anche il perché. Però qualche giorno di riposo ferragostano gli permetterà di recuperare le energie: Tremonti è una risorsa».
Perché il ministro è teso? Se stesse pensando di mollare tutto,«immagino - argomenta Romano - che lo possa fare esclusivamente per un motivo di stanchezza, non perché qualcuno abbia creato le condizioni per il suo abbandono. Lo stesso presidente del Consiglio è stato molto affettuoso nei suoi confronti». «Nessuno gli ha fatto mancare il proprio sostegno: nella serata di venerdì la manovra è stata approvata in un'ora».
Romano poi invita le opposizioni, «oltre a proporre di spostare il peso della manovra da una parte all'altra, a trovare formule nuove, innovative, che possano consentire, magari, di alleggerire la pressione sui contribuenti. Oppure, se hanno altre idee su dove tagliare la spesa, noi siamo disponibili».