20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Crisi economica

Berlusconi convoca un Cdm agostano. Nodo pensioni con la Lega

Sulla mossa del Premier pesa anche il pressing della Bce. Vertice con Bossi

ROMA - Silvio Berlusconi mette in stand by la sua vacanza sarda e torna a Roma per incontrare le parti sociali e dire quel (poco) che può dire. E cioè che l'impegno a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 è confermato e che il governo si muoverà per «fare tutto presto e bene». In realtà la novità c'è ed è l'annuncio di un Consiglio dei ministri da tenere il 18 agosto, forse anche il 16, per il varo del decreto con le misure anti-crisi. Cosa conterrà resta però un mistero. Che non viene svelato nemmeno alle parti sociali, se è vero che Gianni Letta si limita a dire che si valutano «tutte le ipotesi».

Silvio Berlusconi, d'altra parte, sa bene che dentro la maggioranza la quadra è ancora tutta da trovare. La decisione di partecipare all'incontro a palazzo Chigi supponeva però la necessità di uno scatto di reni. Anche perché il pressing della Bce in questi giorni non si è mai interrotto, così come non si è mai chiuso l'occhio vigile di Mario Draghi. Sul tavolo della presidenza del Consiglio resta infatti la 'incisiva' e dettagliata lettera firmata da Trichet e dal suo successore all'Eurotower in cui si sollecitano al governo interventi. E così, con i mercati europei che vanno a picco e piazza Affari che segna il minimo storico, Silvio Berlusconi aveva necessità non solo di dimostrare che il governo lavora anche ad agosto ma anche che sa fare in fretta. Da qui l'annuncio di un Consiglio dei ministri post ferragostano che fino a ieri restava sullo sfondo come una minaccia alle vacanze dei ministri ma che i più tendevano a escludere.

La domanda però resta: l'esecutivo si riunisce per fare cosa? Per ora Gianni Letta ha annunciato che ci saranno tre tavoli di lavoro tematici: su modernizzazione nella pubblica amministrazione e mercato del lavoro, infrastrutture, privatizzazioni e servizi pubblici. In serata il Pdl fa il punto a via dell'Umilta mentre in contemporanea Silvio Berlusconi vede Umberto Bossi e lo stato maggiore leghista a palazzo Grazioli. Presenti prima all'uno e poi all'altro incontro anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

Il Carroccio oggi, con il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, nega di aver mai tifato per l'introduzione di «qualsiasi patrimoniale». Ma quei 20 miliardi circa che servono per «ristrutturare la manovra» (parole di Tremonti) devono pur essere trovati da qualche parte. Il primo che non ha mai voluto sentir parlare di patrimoniale è proprio Silvio Berlusconi ma l'ipotesi di un intervento - almeno sui redditi più alti - non dispiace affatto ad alcuni ministri del Pdl, tanto che il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni punta il dito contro le posizioni dei colleghi di partito che «sono rimasti ancorati ai dogmi economici e politici del Psi ancién regime». Ma il terreno davvero minato è quello delle pensioni. Se i lumbard sembrano aver fatto un passo indietro sulla patrimoniale, non paiono altrettanto intenzionati a farlo su questo punto. Ed è questo che con ogni probabilità Umberto Bossi tornerà a ripetere a cena al premier. Ma Berlusconi pensa che non ci siano molti altri terreni d'intervento, ed è questo che tenterà di spiegare stasera al senatur. Domani poi la parola passerà a Giulio Tremonti che alle 11 parlerà davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.