La Cina è il primo Stato-boia, gli abolizionisti sono 155
Presentato a Roma il rapporto di «Nessuno tocchi Caino», che dà conto dei fatti più importanti relativi alla pratica della pena di morte nel 2010
ROMA - Lottare contro la pena di morte significa, soprattutto, lottare per la democrazia. Perché tra i 42 Stati che mantengono la pena di morte, 35 sono quelli dittatoriali, autoritari o illiberali. E in 18 di questi Paesi, nel 2010, sono state compiute almeno 5.784 esecuzioni, circa il 99% del totale mondiale.
I dati che emergono dal rapporto 2011 di «Nessuno tocchi Caino», che dà conto dei fatti più importanti relativi alla pratica della pena di morte nel 2010 e nei primi sei mesi del 2011, non sorprendono: Cina, Iran e Corea del Nord restano i primi tre «Paesi-boia». Se il numero complessivo di esecuzioni nel 2010, almeno 5.837 in 22 Paesi e territori, è leggermente più alto di quello registrato nei due anni precedenti (5.741 nel 2009 e 5.735 nel 2008), emergono comunque alcuni dati che confermano anche l'evoluzione positiva verso l'abolizione della pena di morte. Va detto inoltre che l'aumento rispetto ai due anni precedenti si giustifica con l'impressionante escalation in Iran, dove le esecuzioni sono passate dalle 402 del 2009 alle 546 del 2010.
Secondo il rapporto, curato dalla deputata radicale Elisabetta Zamparutti e presentato questa mattina a Roma, i Paesi che mantengono la pena di morte sono scesi a 42, contro i 45 del 2009 e i 48 del 2008. I Paesi o territori che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica sono oggi 155: di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 97; gli abolizionisti per crimini ordinari sono otto; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono sei; gli Stati abolizionisti di fatto sono 44. Ma i Paesi che hanno fatto ricorso alle esecuzioni capitali sono stati almeno 22, rispetto ai 19 del 2009 e ai 26 del 2008.
Un Paese solo, la Cina, ne ha effettuate circa 5.000, l'85,6% del totale mondiale; l'Iran almeno 546, la Corea del Nord - dove le esecuzioni sono triplicate - almeno 60, lo Yemen 53. Questi Paesi, in realtà, non forniscono statistiche ufficiali, per cui il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto. Dei 42 Stati che mantengono la pena di morte, sono solo sette quelli che possono essere definiti di democrazia liberale. Quattro quelli che hanno praticato la pena di morte, effettuando 53 esecuzioni: Stati Uniti (46), Taiwan (4), Giappone (2) e Botswana (1). In Indonesia, il 2010 è stato il secondo anno senza esecuzioni dal 2004, mentre l'India non ha eseguito condanne a morte per il sesto anno consecutivo.
Sfogliano il rapporto di «Nessuno tocchi Caino» - la lega internazionale di cittadini e parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo - si legge che il continente dove si pratica la quasi totalità delle esecuzioni è l'Asia, con almeno 5.746 , pari al 98,4% del totale. Se non fosse per gli Stati Uniti, invece, le Americhe sarebbero praticamente libere dalla pena di morte. In Europa, la Bielorussia continua a costituire l'unica eccezione in un continente che ha abbandonato la via delle esecuzioni.