19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Omicidio Rea

«Non c'è la prova regina ma summa di elementi pesanti»

Carabinieri: «Le indagini continuano, analisi sulle macchie trovate nell'auto di Parolisi»

ASCOLI - Questa mattina intorno alle 9.20 i carabinieri di Ascoli Piceno hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di Salvatore Parolisi, per l'omicidio della moglie Melania Rea, emessa dal gip, Carlo Calvaresi su richiesta della procura delle repubblica e in particolare del pm, Umberto Monti, che guida il pool degli inquirenti piceni. Il capo di accusa nell'ordinanza di custodia cautelare - ha sottolineato il colonnello Alessandro Patrizio, che guida il comando provinciale dei carabinieri che conduce l'indagine - è quello di omicidio volontario pluriaggravato, e a condurre il provvedimento è stata «non una prova regina, ma una summa di elementi pesanti che secondo noi delineano una responsabilità precisa di Salvatore Parolisi», ha spiegato Patrizio.

«Riteniamo che l'attività investigativa, che abbiamo svolto sin dall'inizio senza pregiudizi, sia andata maturando, via via raccogliendo elementi sul territorio, fino a delineare una responsabilità precisa di Salvatore Parolisi», ha spiegato durante un incontro con i giornalisti, il comandante della provinciale di Ascoli Piceno. «Le indagini - ha aggiunto il colonnello Patrizio - non sono ancora finite, si continuano per delineare tutti i particolari di un delitto efferato». Tra le analisi ancora in corso, ci sono anche quelle sui campioni di macchie rintracciate dalla parte del passeggero nella Renault Scenic di Parolisi, già dissequestrata. Ci sarebbero degli elementi riconducibili al dna di Melania, ma non necessariamente sangue: potrebbero infatti essere oltre che di sangue 'smacchiato' ,'diluito', ma anche di saliva o vomito, ma in ogni caso non sono ritenuti elementi utili dagli inquirenti e dagli investigatori ai fini delle indagini.

Nella corposa ordinanza firmata dal gip Calvaresi sulla base degli elementi investigativi raccolti, «il quadro è indiziario, non c'è una prova regina ma la summa degli elementi raccolti nell'ambito delle indagini che sono iniziate e sono continuate dal 18 aprile scorso, emergono elementi pesanti». Il comandante del provinciale di Ascoli parla di un delitto commesso con «ferocia e violenza», e secondo il convincimento degli investigatori «la mano omicida è quella del marito». Non ci sarebbero invece secondo l'opinione di Alessandro Patrizio, elementi per configurare una premeditazione, ma gli elementi raccolti porterebbero a delineare un delitto d'impeto.