27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Dopo l'approvazione della manovra economica

Napolitano ringrazia le Camere: Ora confronto su debito e crescita

Promulgazione sprint per la manovra: Prova straordinaria di coesione nazionale

ROMA - Meno di quindici minuti e la manovra sprint approvata in tre giorni fra Camera e Senato grazie all'accordo bipartisan sulla durata dell'iter in risposta all'attacco ai mercati e all'appello del Capo dello Stato al senso di responsabilità di tutto il Parlamento, ha battutto anche un altro record: quella della firma quirinalizia più veloce della storia, che solo 15 minuti dopo il via libera definitivo da parte del Parlamento ha determinato la promulgazione della legge e la sua entrata in vigore con la prossima pubblicazione in Gazzetta.

Napolitano, nell'annunciare la sua firma, ha voluto pubblicamente ringraziare il Parlamento per la risposta bipartisan al suo appello, senza mancare di sollecitare ancora convergenze e collaborazioni fra maggioranza e opposizione a difesa dell'economia nazionale, nel solco di quanto giù ieri a Zagabria affermato. «Spetta ora agli opposti schieramenti confrontarsi nel modo più aperto e concludente sulle scelte che restano da adottare per rompere la morsa alto debito-bassa crescita che stringe l'Italia e per contribuire a un vigoroso rinnovamento e rilancio del progetto europeo», ha messo nero su bianco il Capo dello Stato.

Quanto al varo in tre giorni della manovra anticrisi del Governo, «il paese - ha affermato il Presidente della Repubblica- ha motivo di essere grato al Parlamento per l'impegno e la determinazione con cui ha proceduto in tempi brevissimi all'esame e alla votazione del decreto legge comprendente massicci interventi per la stabilizzazione finanziaria. Si è trattato di una prova straordinaria di consapevolezza e di coesione nazionale, che rafforza la fiducia nell'Italia delle istituzioni europee e dei mercati».

E «questo risultato che sarebbe rimasto impensabile senza il deciso concorso delle forze di opposizione, ha avuto come punto di partenza il comune riconoscimento - dinanzi alla gravità crescente dei rischi incombenti per il costo del nostro debito pubblico - dell'obbiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014». Inoltre «non si è verificata - ha evidenziato Napolitano - alcuna rinuncia alle proprie posizioni da parte di qualsiasi forza politica né alcuna confusione di ruoli e di responsabilità» . Perchè «il governo e i gruppi di maggioranza si sono assunti la responsabilità di proporre e sostenere i contenuti del decreto» mentre «l'opposizione si è assunta quella di prospettare soluzioni diverse».