400 feriti dopo il giorno di guerriglia a Chiomonte
223 tra i manifestanti, 188 tra le forze dell'ordine
TORINO - Lo slogan della manifestazione era «A mani nude, a mani pulite» e in migliaia vi hanno aderito da tutta la Val Di Susa, compresi anziani e bambini, alcuni in passeggino, per manifestare la loro contrarietà alla costruzione della Torino-Lione. Ma poi la manifestazione nazionale No Tav ieri si è trasformata in una guerriglia con più fronti aperti sulle montagne di Chiomonte. Una battaglia tra frange violente, rafforzate da black bloc provenienti dall'estero, e forze dell'ordine. Sassi e ammoniaca, contro lacrimogeni. E ancora si sta facendo la conta dell'arsenale trovato nei dintorni del piccolo borgo di Ramats.
Gli amministratori della Valle urlavano alla loro gente ai megafoni di portare via donne e bambini e di non tagliare per i sentieri. «Chi lascia il corteo autorizzato fa una sua scelta e si prende le sue responsabilità», urlavano sindaci della Valle. A fine serata qualcuno di loro ha temuto che potesse andare peggio, di come è andata, visti i luoghi impervi e i precipizi che sono stati teatro di battaglia. Alla fine rimane un bilancio pesante: 223 i manifestanti rimasti feriti, contusi o intossicati dai gas lacrimogeni durante gli scontri con le forze dell'ordine in Valle di Susa, secondo fonti No Tav. 188 feriti tra le forze dell'ordine, alcuni a causa dello scoppio di bombe carta - ne erano state rinvenute 14, nascoste in un contenitore nei boschi poche ore prima degli scontri - molti per le sassaiole che partivano a ridosso della recinzione del futuro cantiere.
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