24 aprile 2024
Aggiornato 14:30
I No Tav in Val di Susa

In Valsusa proteste, scontri e feriti. L'ombra dei black bloc

Ben 188 feriti tra le forze dell'ordine. 4 arresti

TORINO - A Chiomonte una giornata campale, una giornata di battaglia tra manifestanti e polizia a ridosso della recinzione della Maddalena, nel giorno della manifestazione nazionale contro la Tav.
Netta la condanna delle violenze da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano secondo il quale «quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le istituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza».

Pesante il bilancio dei feriti tra le forze dell'ordine, ben 188: 136 poliziotti, 37 carabinieri, 15 della Guardia di Finanza. Netta la condanna delle violenze da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano secondo il quale «quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le isituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza».

Tra i 136 feriti della Polizia - secondo quanto rende noto la questura - c'è anche il Primo Dirigente, responsabile del dispositivo di ordine pubblico presso il cantiere di Ltf, che, avvicinatosi agli antagonisti per un tentativo di mediazione, è stato da questi volutamente colpito con una grossa pietra al ginocchio».

La Questura precisa che il bollettino dei feriti è destinato ad aumentare, tenuto conto che alcuni degli appartenenti alle Forze di Polizia che stamattina sono stati coinvolti negli scontri contro gli antagonisti in località La Maddalena, al termine del servizio si porteranno presso un nosocomio cittadino per le cure del caso.

Completati gli accertamenti di rito, l'Ufficio Digos procedente ha confermato di aver tratto in arresto 4 antagonisti, per i reati di resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, i quali sono stati altersì indagati in stato di libertà per i reati di getto pericoloso di cose e possesso di materiale esplodente. Un ulteriore manifestante fermato è stato, invece, denunciato a piede libero per i medesimi reati.

I disordini erano nell'aria, da quando Alberto Perino aveva promesso giorni fa a Torino, cingeremo d'assedio la Maddalena, gliela faremo trovare lunga e costosa. Eppure questa mattina ad affollare in migliaia i tornanti e i boschi della Valle di Susa erano famiglie con bambini, anziani e una popolazione variegata proveniente da Avigliana come da Bardonecchia. Alle 10,30 parte il serpentone da Chiomonte, con tanti palloncini colorati e bambini. A guidare il corteo 23 sindaci No Tav che ad ogni bivio indicavano la strada giusta ai partecipanti, invitandoli a non tagliare per i boschi, a non cercare la rissa. «Vogliamo scuole, ospedali e soldi per l'assetto idrogeologico delle valli, investimenti che servono a tutti» gridavano, capitanati da Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val Susa e Val Sangone.

Eppure ad un certo punto c'era chi dal corteo si staccava incamminandosi lungo i sentieri attraverso i boschi in direzione Ramats, per raggiungere il cantiere Ltf sito a ridosso dell'area archeologica della Maddalena, violando l'ordinanza prefettizia che ordinava di non occupare o impegnare nessuna delle aree prative o boschive che non fanno parte del percorso autorizzato del corteo. E dall'apice della Ramats, dove si dice ci fosse la roccaforte degli anarchici, parte il fronte piu' duro.

Intanto da Giaglione negli stessi momenti marciava compatto verso la Maddalena un altro serpentone, che da subito ha dato filo da torcere alle forze dell'ordine, riconquistando la baita Val Clarea, luogo simbolo dei No Tav. La gente comune applaude e grida insulti all'indirizzo delle forze dell'ordine. Cori: «Giu' le mani dalla Val di Susa», scanditi da mazzate sui guardrail. Alle 13 è arrivato Beppe Grillo, e qualcuno lo contesta, mentre i sindaci della Valle con Carla Mattioli, primo cittadino di Avigliana, in testa urlano ai megafoni: portate via i bambini.

L'ala dura e più violenta dei 'No tav', secondo la Questura di Torino, ha operato con «modalità paramilitari». Tra i più aggressivi circa 300 antagonisti provenienti dall'estero, in particolare dalla Francia, Spagna, Austria e Germania. Lo riferisce l'ufficio stampa della questura di torino. Dei circa 2000 aderenti a centri sociali presenti alla Maddalena, secondo la questura piemontese, circa 800 appartengono all'antagonismo radicale e resistente, che «rappresenta l'ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall'estero».

Guerra di cifre sui partecipanti: per la questura di torino erano 6.000 per gli organizzatori 70 mila. Entrambe le stime non sembrano credibili.