1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Possibilità concreta di un dopo Berlusconi

Alfano, Berlusconi o le primarie? Partito in fermento

E la Mussolini protesta: «Per Alfano segretario ci vuole un congresso». Formigoni: «Primarie in tutte le regioni d'Italia»

ROMA - «Scegliete il nuovo leader - Primarie fai da te»: il titolo di Libero oggi indica il fermento nel Pdl e la possibilità concreta di un dopo Berlusconi, sancita de facto dall'investitura di Angelino Alfano come segretario politico nazionale dopo la batosta delle amministrative. «Quando il Cavaliere si farà da parte, chi dovrà essere il candidato premier del centrodestra?» si chiede il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Appunto: quando, non «se». Le foto segnaletiche offerte da Libero indicano anche Tremonti, Marina Berlusconi, la Gelmini, Formigoni, Carfagna, La Russa, Alemanno, e sul fronte Lega anche Maroni, Tosi e Zaia.

Il futuro anima anche una faida interna al partito con critiche di scarsa democrazia: per Alessandra Mussolini «la nomina di Angelino Alfano a segretario del Pdl non c'è», altro che primarie e leadership. La deputata del Pdl, intervenendo ad Agorà su Rai Tre, accusa i vertici del partito di poca trasparenza: «non si può nominare un segretario politico in una nottata di convivialità, senza aver convocato l'ufficio di presidenza e senza un congresso. Questa deve essere la prima regola di un partito grande come il Pdl».
Il grosso del partito però dà per archiviata la nomina di Alfano e guarda al futuro. Lo stesso Berlusconi stamattina, intervistato proprio da Belpietro su Mattino cinque, ha indicato «Io non sono contrario» alle primarie «purchè si arrivi ad essere certi» che i votanti siano dei veri sostenitori del Pdl e non degli «infiltrati di sinistra».

Lui, Alfano, ieri sera intervistato dal Tg1 ha sottolineato che obbiettivo della maggioranza è vincere le elezioni del 2013: «Le condizioni per rilanciare il Pdl ci sono. La legislatura dura 5 anni, ne abbiamo davanti ancora due per dare agli italiani tutte le ragioni per votare per noi». Ma guidati da chi? Il ruolo di Berlusconi «resta imprescindibile. Ma a due anni dalla fondazione del Pdl abbiamo individuato una figura unitaria. Il Pdl è nato aggregando varie forze e ha avuto una gestione collegiale, ora dopo due anni il partito si è strutturato e ha bisogno di una figura unitaria che lo rappresenti»: lui stesso.

La stampa oggi raccoglie opinioni di vario tenore ma nessuno si azzarda ad assegnare una vera investitura di leader al ministro della Giustizia (che ha promesso di dimettersi non appena la nuova carica sarà ratificata). Ignazio La Russa a Repubblica dichiara che il dopo-Berlusconi non è iniziato, anzi, «è vero il contrario» ma «cominciamo ad essere un partito che ha come leader Berlusconi non più il partito di Berlusconi». Quanto al futuro di Alfano, «Angelino ha le capacità e l'età giusta. Ma lo sa anche lui che il candidato sarà il frutto di una scelta collegiale della coalizione».

Non si tira indietro Roberto Formigoni: le primarie sono «necessarie subito e in tutte le regioni di Italia». Lo scenario ideale, aggiunge parlando al Corsera il governatore della Lombardia, vedrebbe ancora Berlusconi in primo piano. Ma bisognerebbe «che il governo raddrizzasse la rotta e che nel 2013 Berlusconi potesse di nuovo candidarsi premier, forte dei risultati raggiunti. Se invece Silvio facesse un passo indietro, io non mi nascondo: sarei pronto». Altri candidati? «Mi vengono in mente pochi altri nomi. Alfano e Tremonti, ovviamente. Ma anche la mia amica Gelmini. E poi un rappresentante dell'area ex An. Forse Gianni Alemanno, chissà».