3 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Riprende oggi a Milano

Caso Ruby, oggi le eccezioni della difesa su competenza e intercettazioni

I Giudici si riserveranno la decisione per l'udienza successiva

MILANO - Riprende oggi a Milano, dopo la prima udienza del 6 aprile scorso, il processo al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile in relazione alla vicenda Ruby. Berlusconi non sarà in aula perchè impegnato in Romania per un incontro biletarale di governo. I difensori del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, parleranno a lungo elencando una serie di eccezioni preliminari sulle quali il collegio della quarta sezione penale del Tribunale non deciderà oggi, ma in occasione della prossima udienza la cui data non è stata ancora fissata.

Innanzitutto, per la difesa Berlusconi ci sono problemi di competenza: da un lato c'è la richiesta di trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri che era già stata proposta sia pure solo sotto forma di una memoria scritta al gip Cristina Di Censo, che l'aveva in sostanza bocciata disponendo il rinvio a giudizio con rito immediato di Berlusconi davanti al Tribunale di Milano. La sostanza del ragionamento della difesa è che Berlusconi avrebbe telefonato in questura nell'esercizio delle sue funzioni di primo ministro in relazione al rilascio di Ruby, minorenne marocchina fermata per un furto e poi affidata alla consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti. Il capo del governo avrebbe agito in questo modo al fine di evitare problemi nei rapporti con l'Egitto, convinto che la ragazzina fosse nipote di Hosni Mubarak, allora capo del governo del Cairo.

Sempre in riferimento alla telefonata del premier c'è, per la difesa, la circostanza che il funzionario di polizia Pietro Ostuni quando ricevette la chiamata si trovava nella sua casa di Sesto San Giovanni, che fa parte del distretto giudiziario di Monza. La competenza di Monza, per Ghedini e Longo, ci sarebbe anche in relazione all'accusa di prostituzione minorile. Arcore, dove si sarebbero svolti i fatti contestati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, «dipende» da Monza. Un'altra eccezione riguarderà la mancata celebrazione dell'udienza per formare il fascicolo del dibattimento. La richiesta di rinvio a giudizio con rito immediato sarebbe sempre secondo la difesa nulla a causa della tardiva iscrizione di Berlusconi al registro degli indagati. L'iscrizione avvenne il 21 dicembre del 2010, ma da sei mesi venivano intercettate persone che tra loro avevano in comune esclusivamente la frequentazione di villa san Martino ad Arcore. Quindi in pratica si indagò su Berlusconi senza farlo formalmente, secondo gli avvocati.

Se Berlusconi fosse finito nel registro degli indagati «immediatamente come prescrive il codice», fa sapere la difesa, non sarebbe stato possibile sollecitare il processo con rito immediato, ma la procura avrebbe dovuto procedere con il rito ordinario come ha fatto per i co-indagati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Inoltre la difesa Berlusconi sosterrà che ci sono problemi di utilizzabilità delle telefonate intercettate. Domani in aula oltre alla difesa e all'accusa parlerà anche l'avvocato Monica Gambirasio per illustrare la richiesta di costituzione di parte civile dell'associazione Arcidonna alla quale i legali del premier si opporranno.