28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Mediatrade

Berlusconi in Tribunale, guardando al processo Ruby

J'accuse davanti ai sostenitori? Libia, si guarda alla Russia. Senza contare il nodo del rimpasto e il caso Scajola

ROMA - Se alla fine varcherà davvero la soglia del Tribunale di Milano, Silvio Berlusconi lo farà ufficialmente perché voglioso di dimostrare - come ripete in pubblico e in privato - che lui non ha nulla da nascondere. «Voglio dare prova di tranquillità, non ho nulla da temere», ha spiegato ai suoi legali con i quali anche oggi si è confrontato. In realtà il premier non avrebbe nessuna voglia di prendere parte al dibattito su Mediatrade, a poco più di una settimana dall'avvio del processo Ruby. E però anche la scelta di andare lunedì in Tribunale - se davvero sarà confermata - sarà frutto della strategia concordata con i suoi uomini più fidati, dopo aver soppesato pro e contro, vantaggi e controindicazioni. «Lui andrà per il processo Mediatrade - spiega un azzurro in costante rapporto con il premier - ma in realtà prepara il campo al j'accuse sull'inchiesta Ruby».

«NULLA DA TEMERE» - Non è dato sapere se davvero, come qualcuno dei suoi ipotizza, già stavolta Berlusconi prenderà la palla al balzo per «confidare» ai cronisti il suo sconcerto per l'ultima inchiesta. Di certo il messaggio che emergerà sarà quello di un presidente del Consiglio che - quando possibile - sottrae «tempo prezioso» alla sua azione di governo. Per mostrarsi sicuro, pronto a partecipare alle udienze, senza ricorrere al legittimo impedimento. «Non ho nulla da temere», ripeterà con ogni probabilità ai giornalisti che lo attenderanno fuori dal Palazzo di giustizia. E forse sarà lo stesso messaggio che consegnerà ai suoi sostenitori, che si sono dati appuntamenti alle 9.30 del mattino.

OPERAZIONE AFFETTO - Il Pdl lombardo, infatti, ha inoltrato oggi un sms per coinvolgere alcuni militanti nell'operazione affetto per Silvio. «Lunedì - si legge - il nostro presidente sarà al tribunale di Milano, ti aspettiamo per dimostrargli il nostro affetto. Pdl Lombardia». Forse a loro Berlusconi - se romperà il silenzio - confiderà tutto il proprio disappunto per quella che giudica sempre «l'assurda vicende delle cene», per le quali è stato chiamato in causa nel processo Ruby che si appresta a partire sempre a Milano.

NODO RIMPASTO - Lunedì in Tribunale, dunque. Ma sarà una settimana «ricca» anche di tanta politica estera. Senza contare il nodo del rimpasto, che ha scatenato gli appetiti dei Responsabili, e il caso Scajola, con l'ex ministro che reclama un posto nel partito. Scontrandosi, riferiscono, con le resistenze degli attuali vertici pidiellini. La vicenda libica, comunque, continua a turbare i sonni del presidente del Consiglio. Voci non confermate ipotizzano nelle prossime settimane contatti tra Berlusconi e i vertici russi, fin dall'inizio assestati su una posizione prima prudente, poi apertamente critica sul'intervento a Tripoli. Magari, si spinge a immaginare un berlusconiano, organizzando un colloquio tra il premier e Vladimir Putin, per valutare le strade da percorrere in vista di un'ipotesi di mediazione.