Maroni annuncia una missione umanitaria italiana in Libia
«Sulle coste libiche non ci sono più controlli: in fuga ci sarebbero oltre 120 mila persone»
ROMA - «L'Italia organizzerà da subito una missione umanitaria in Tunisia per portare viveri e assistenza umanitaria, realizzando lì un campo profughi per consentire» alle persone che scappano dalla Libia o dalla Tunisia «di sopravvivere in maniera decente per i prossimi giorni, fino a un'altra soluzione». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, riferendo alle commissioni riunite Affari costituzionali e Affari esteri della Camera sui recenti sviluppi della situazione nel Mediterraneo.
SONO PERSONE CHE POTREBBERO TENTARE DI VENIRE IN ITALIA - Le persone che verranno assistite «sono quasi tutti tunisini che vogliono tornare in Tunisia dalla Libia, ma immagino che perdurando la crisi libica per molto tempo potrebbero cercare altre vie e venire in Italia».
Maroni ha quindi spiegato che la decisione è stata presa ieri con il ministro degli Esteri Frattini e che si tratta di una decisione «unilaterale: l'emergenza umanitaria è la cosa più importante. O si trova rapidamente una soluzione al problema o mi aspetto nelle prossime settimane un'emergenza di arrivi dovuta all'incapacità delle autorità locali di gestire il fenomeno e all'assenza delle autorità internazionali. L'Italia prende l'iniziativa senza aspettare l'avallo dell'Unione europea: all'emergenza si risponde con iniziative immediate, non aspettando le prassi e le decisioni nei consessi internazionali».
SULLE COSTE LIBICHE NON C’E’ PIÙ NESSUN CONTROLLO - «Sulle coste della Libia non ci sono più controlli» per scongiurare la partenza di gente verso l'Italia: «I nostri uomini che erano sui pattugliatori sono in ambasciata o stanno rientrando in Italia», ha spiegato Maroni.
RISCHIAMO UN ESODO VERSO L’ITALIA - Sul rischio esodo di immigrati in fuga dal nord Africa «si sono date molte cifre basate su rapporti di inteligence e su informazioni generali: le più prudenti parlano di almeno 100.000 persone in fuga dalla Libia, per l'Unhcr sono 130.000, noi sappiamo che ora ai confini tra Libia e Tunisa sono accampate circa 120.000 persone», ha detto Maroni.
E’ UNA BOMBA ESPLOSIVA - Per Maroni «la situazione è grave e rischia di diventare drammatica, se non tragica: le autorità libiche non svolgono nessun supporto a queste persone, invece quelle tunisine sì.
Questa massa umana tra Tunisia e Libia preme e dovrà avere da subito un'assistenza adeguata, altrimenti non si può immaginare cosa può succedere. È un'emergenza umanitaria alla quale la comunità internazionale finora non ha dato una risposta adeguata: è un errore grave».
POTREBBE SORGERE UN GOVERNO TIPO AFGHANISTAN E SOMALIA - In Libia c'è il rischio «che l'instabilità favorisca l'infiltrazione del terrorismo internazionale. Un report di Europol parla di futuri scenari in questo senso e io esprimo preoccupazione che quanto sta avvenendo in Libia possa portare a un governo del paese molto più simile all'Afghanistan e alla Somalia, piuttosto che a un governo amico dell'Italia», ha precisato il ministro.
SCONTRI INTORNO AI POZZI - Le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi sono entrate nella località di Brega, a 200 chilometri da Bengasi, controllata fino ad ora dalle milizie ribelli: lo hanno reso noto testimonianze locali, secondo le quali sarebbero in corso violenti combattimenti.
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