28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Narcotraffico

Grasso: per la cocaina gli slavi hanno la stessa forza della 'ndrangheta

Il Procuratore nazionale antimafia: «Hanno introdotto un concorrenziale canale di rifornimento»

MILANO - «Pensavamo che la piazza di Milano venisse rifornita di cocaina esclusivamente dalla 'ndrangheta grazie al rapporto diretto che storicamente i clan hanno con i produttori in Sud America, ma con questa operazione, dal 2007, abbiamo capito che c'era un'altra organizzazione, con la stessa forza, potenza economica e capacità di esclusiva sui canali di approvvigionamento, evidentemente diversi da quelli dei calabresi, e con una continuità forse, anche, maggiore». E' quanto ha affermato oggi il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, nel corso di una affollata conferenza stampa indetta alla Questura di Milano per illustrare la vasta operazione antidroga della locale Squadra mobile, in collaborazione con i colleghi serbi, sloveni e montenegrini, che ha «decapitato» un'organizzazione criminale internazionale.

Milano è una piazza molto grande - «Questo non vuol dire che la 'ndrangheta non continui a trafficare in stupefacenti» ha precisato Grasso, spiegando che in questa indagine, tra i clan calabresi e le cellule slave «non sono emersi contatti stabili» e che Milano «è una piazza molto grande e libera in grado di assorbire senza particolari problemi anche nuovi soggetti» e per questo «fino ad oggi non è stata teatro di scontro», ma certamente gli slavi, introducendo «un nuovo canale di approvvigionamento, parallelo a quello delle famiglie calabresi, hanno portato un'importante concorrenza».

Secondo le indagini, uno dei punti chiave della forza dell'organizzazione balcanica era il fatto di consegnare ad un prezzo concorrenziale enormi quantità di cocaina direttamente nel luogo che gli veniva indicato dall'acquirente, facendo pagare lo stupefacente alla consegna, facendosi carico del trasporto ed evitando la spesa e il rischio connesso all'intermediazione di un broker. Per questo referenti di clan come Barbaro-Papalia e Mancuso, che hanno storici canali di approvvigionamento in paesi produttori come la Colombia, avevano deciso di rifornirsi dagli slavi, giudicati sempre «molto affidabili e sicuri».