Caso Ruby, Pm minori: alterco con Questura, mai affidata alla Minetti
Il sostituto procuratore Annamaria Fiorillo: «Nipote di Mubarak? E io sono Nefertiti. Posti in comunità c'erano»
ROMA - Annamaria Fiorillo, sostituto procuratore dei Minori smentisce la ricostruzione del caso Ruby fatta dalla questura di Milano, dalla procura e dal ministro Maroni e investe della questione il Csm, tagliando netto: mai affidato la ragazza alla Minetti, «balle l'assenza di posti in comunità», e anzi «con la Questura ebbi un alterco. Nipote di Mubarak? E io sono Nefertiti, risposi». Il pm non ha mai saputo del retroscena della telefonata del premier arrivata alla questura per perorare la causa della 17enne marocchina.
In un'intervista al quotidiano la Repubblica Fiorillo spiega di non esser mai stata sentita dalla Procura, «so dai giornali che c'è un procedimento penale in corso». Ma «non mi è sembrato possibile che un ministro vada in Parlamento a dire queste cose. Io che ero là non posso permetterlo». Poi ribadisce che la sua esperienza diretta, quando quella sera fu chiamata dalla Questura, non è quella riferita dal ministro dell'Interno in aula, in particolare «il passaggio in cui il ministro sostiene che io avrei dato il consenso all'affidamento alla Minetti. È stato quello che mi ha fatto sobbalzare. Ho un ricordo ancora vivo di quella notte così agitata, ci sono state sei o sette telefonate... Ma non ricordo di aver mai dato quell'autorizzazione».
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