«Dopo aver nascosto Sarah ho pregato»
La confessione di Michele Misseri: «Sarah è scesa da sola al garage, mi sono sentito in colpa»
TARANTO - «Dopo averla buttata nella cisterna sono tornato in quel campo tre volte, mi sentivo in colpa, mi sono messo a pregare per Sarah. Ho detto qualche Ave Maria.». A parlare è Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi reo confesso dell'omicidio, durante l'interrogatorio ai pm fornito il 7 ottobre (il giorno del fermo), del quale oggi i quotidiani (il Corriere della Sera e il Messaggero) pubblicano stralci del verbale. Ai magistrati il contadino fornisce ulteriori, terribili, particolari di quanto accaduto, ricostruendo gli ultimi istanti di vita della 15enne di Avetrana e i suoi movimenti nei giorni delle ricerche.
Secondo quanto riporta il Messaggero, Misseri riferisce ai magistrati che Sarah «è scesa da sola» nel garage dove poi ha trovato la morte. Pochi minuti dopo, quando stava lasciando il garage, arriva la figlia (e cugina di Sarah) Sabrina, che gli chiede notizie della 15enne e, nel caso la vedesse arriva, di dirle «di aspettare qui».
Quindi Misseri, dice il Corriere, spiega di aver messo il corpo della ragazza in auto e di essere partito per la campagna, dove lo ha poi nascosto in una cisterna. Sopra il coperchio ha messo «un po' di paglia, poi un ceppo». Serviva a ricordarsi dove fosse: «Mi sono sentito...come devo dire? In colpa», dice lo zio che poi rivela di essere tornato sul posto «tre volte, tre pomeriggi, verso le tre e mezzo-quattro» e lì di aver «detto qualche Ave Maria, qualche cosa...il segno della croce».