La Procura di Taranto cerca nuove verità
Oggi dovrebbe essere nuovamente ascoltato il fratello Claudio. Successivamente saranno convocati tutti i familiari e le persone vicine a Sarah
TARANTO - Si sposta alla Procura di Taranto l'attenzione generale per aggiungere tasselli all'indagine, che dovrà scoprire se l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Sarah Scazzi siano avvenuti nel modo in ha raccontato il reo confesso, lo zio Michele Misseri.
NUOVE VERITÀ - Nel corso della giornata dovrebbe essere ascoltato il fratello della ragazza, Claudio Scazzi. E successivamente saranno convocati tutti i familiari e le persone vicine a Sarah. I magistrati inquirenti Pietro Argentino e Mariano Buccoliero, con il loro capo Franco Sebastio, cercano nuove verità su quanto accaduto quel tragico pomeriggio del 26 agosto. Ma, soprattutto, la Procura di Taranto cerca di capire se a Michele Misseri sono bastati solo 12 minuti per strangolare la nipote e portare via il corpo dal garage, mentre moglie e figlie erano in casa, a pochi metri di distanza. Il dubbio è che qualcuno abbia coperto l'omicida almeno fino alle 16. A quell'ora, Misseri disse di aver telefonato a un cognato, secondo cui invece la telefonata avvenne alle 15.
TROPPI DUBBI - Misseri aveva inizialmente detto agli investigatori che non si era mai mosso da casa. Ricostruzione smentita dagli inquirenti: il cellulare di Misseri, tra le 15 e le 15,30 del 26 agosto, agganciò le celle telefoniche di Nardò, in provincia di Lecce, a pochi chilometri dal luogo dove è stata ritrovata Sarah, e non quelle di Avetrana, dove l'uomo disse di trovarsi mentre parlava al telefono col cognato. Tanti, troppi dubbi che la Procura della Repubblica di Taranto vuole riuscire a dissipare. E a cinque giorni dal ritrovamento del corpo di Sarah, numerosi sono i punti oscuri ancora tutti da chiarire.