Frattini: noi, indispensabili al Paese
Sulla manovra l'appello dei Diplomatici: «No a tagli indscriminati»
ROMA - I cambiamenti globali dimostrano che la diplomazia non è un costo, ma un investimento. E l'apporto della Farnesina alla valorizzazione del Paese è incalcolabile. Lo hanno ribadito il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e i diplomatici intervenuti a Roma all'apertura della VII Conferenza degli ambasciatori, incentrata sui tagli che la manovra prevede per la diplomazia italiana.
«Ci sono degli obiettivi fattori di criticità nella recente manovra» ha dichiarato Frattini. «Capisco la crisi e la necessità di un'attenta politica di bilancio, ma sostenere la Farnesina non è incompatibile con queste esigenze». «Per fortuna - ha aggiunto il ministro - da Berlusconi è arrivato il sostegno alle nostre necessità affinché possano venire attenuati gli effetti più penalizzanti della manovra».
No a tagli indiscriminati, il ruolo della Farnesina è indispensabile: anche i diplomatici hanno puntato il dito contro la manovra e le risorse sempre più esigue dedicate al ministero degli Esteri. «L'Italia non deve rischiare di uscire dallo scacchiere mondiale. Bisogna scongiurare la paralisi del ministero: dedicarvi poche risorse significa porre un freno alla competitività dell'Italia all'estero» ha detto il decano degli ambasciatori, Vittorio Claudio Surdo.
«Si esca dalla logica di tagli trasversali indiscriminati» è stato l'appello del segretario generale della Farnesina, l'ambasciatore Giampiero Massolo. «Bisogna arrivare ai tagli necessari attraverso il dialogo, basato su flessibilità e pianificazione» ha concluso.
«Non si tratta di una difesa corporativa, serve al Paese dare risorse adeguate agli Esteri» ha voluto sottolineare ancora il ministro Frattini. «Le trasformazioni della realtà internazionale, il ruolo crescente degli Stati, a dispetto di quanto si pensava - ha detto Frattini - dimostrano che la rete consolare è tutt'altro che superata. La Farnesina non può essere privata di risorse indispensabili a consolidare l'Italia nel mondo» ha dichiarato. «Nonostante la quota minima che ci è riservata, lo 0,23% del Pil 2009, il nostro apporto è incalcolabile. Valorizziamo le ricchezze del nostro Paese, diamo un valore aggiunto» ha concluso il titolare degli Esteri.
Ma la Conferenza servirà anche a presentare e discutere della riorganizzazione del ministero degli Esteri, che svolgerà il suo lavoro quotidiano non più per aree geografiche, ma per macro-settori tematici: sicurezza, integrazione europea e proiezione all'estero del sistema-Paese saranno i tre 'pilastrì.
Fondamentale, sottolinea Frattini, la «promozione all'estero del sistema-Paese» che «non si limita alla componente economico-finanziaria, ma ingloba anche quella culturale, il 'soft power' dell'Italia, quel potere di attrazione che pochi hanno, che molti ci invidiano e che dobbiamo perciò valorizzare al massimo».