6 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Il Capo Stato ne sottolinea i tanti significati

Napolitano difende l'Unità d'Italia a Genova

Anche su questo tema le fibrillazioni nella maggioranza non sono mancate. Botta e risposta Bossi-Fini-Calderoli

GENOVA - L'Unità d'Italia racchiude in sè tanti significati e non certo un solo tempo, il passato. Celebrare oggi il 150 esimo anniversario dell'unificazione del Paese significa guardare al passato, «da dove veniamo», ma anche al presente e soprattutto al futuro. E' già una risposta alle molte polemiche di questi giorni il breve discorso che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa a Genova salutando i dirigenti e, non di meno, gli operai dell'Ansaldo Energia. Prima tappa della visita in Liguria del Capo dello Stato che domani sarà a Quarto per ricordare lo sbarco dei Mille e poi di nuovo a Genova per aprire ufficialmente dalla nave 'Garibaldi' le iniziative per la ricorrenza.

«Celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia significa tante cose diverse - dice Napolitano - verificare innanzitutto da dove veniamo, ma anche dove siamo arrivati e dove andiamo». Parole che suonano chiarificatrici rispetto a molti scetticismi e molti richiami alla concretezza manifestati dalla Lega Nord, ministro Roberto Calderoli in testa. Il caso Calderoli tiene banco ancora, nella difficile giornata politica in cui le dimissioni di Claudio Scajola diventano realtà. A Napolitano le comunica il ministro stesso durante una telefonata nella quale spiega le motivazioni che l'hanno indotto a questa scelta. Del resto la lettera di dimissioni è già arrivata al Quirinale e oggi pomeriggio, al rientro da Genova, Napolitano potrà leggerla. Possibile anche che in tempi molto brevi il premier Silvio Berlusconi salga al Colle con il decreto di dimissioni di Scajola e quello di nomina del nuovo ministro per lo Sviluppo economico. Scelta che viene 'ratificata' da Napolitano su proposta del premier.

NUOVE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA - Anche sull'unità d'Italia, comunque, le fibrillazioni nella maggioranza non sono mancate e oggi è sceso in campo il presidente della Camera. Gianfranco Fini ha detto a chiare lettere di «deprecare l'atteggiamento di Roberto Calderoli di sostanziale negazione dell'unità nazionale» alzando il tiro però contro il partito di maggioranza relativa: «Considero molto grave che il Pdl non prenda sue iniziative per celebrare l'Unità». E i trentacinque milioni stanziati dal Governo per l'anniversario «sono un'inezia». Subito in difesa della maggioranza e del governo il ministro Sandro Bondi che domani sarà a Quarto con Napolitano. Quelli di Fini, ha osservato, sono rilievi «ingenerosi, infondati, se non pretestuosi» perchè «il programma che ho presentato al Consiglio dei Ministri, dopo aver accolto tutti i suggerimenti e le proposte del Comitato dei Garanti presieduto dal presidente Ciampi, è stato approvato all'unanimità con il contributo convinto e propositivo degli amici della Lega».

CALDEROLI: «DELIRI» - Infine, di nuovo, la Lega. Calderoli ha tagliato corto sostenendo di non voler rispondere ai «deliri»: «Da tanti anni -ha spiegato il coordinatore leghista in una nota alla quale ha allegato lo stenografico della sua intervista domenicale su Raitre - sono abituato agli stravolgimenti e alle interpretazioni giornalistiche di quello che dico. Pertanto non mi arrabbio più: me ne sono fatto una ragione. Quello che trovo ridicolo, però, nella politica attuale, è che si commentino non le parole ma le sintesi giornalistiche più o meno malevoli». Prova a mettere uno stop alle polemiche l'ex ministro e ora governatore del Veneto Luca Zaia spiegando che «l'Italia ha altri problemi da affrontare». Il leader leghista Umberto Bossi, da parte sua, non ha ancora se partecipare alle celebrazioni: «A naso - ha detto - mi sembrano le solite cose un po inutili e un po' retoriche, ma devo ancora vedere e capire». Tuttavia uno spiraglio c'è: «Beh, se Napolitano mi chiama...». Insomma Bossi potrebbe 'concedersi' alle iniziative solo per «simpatia» verso il presidente della Repubblica.