28 agosto 2025
Aggiornato 09:30

Scuola: il preside protesta, boccio tutti

Alla Keplero di Roma, per mancanza di fondi, l’alternativa è il sei politico

La mancanza di fondi contrasta decisamente con il rigore nella preparazione scolastica richiesto dal ministro Gelmini.
Il preside del liceo romano Keplero si è rivolto direttamente al ministro per sottoporle il caso della sua scuola alla quale non sono arrivati i finanziamenti per i corsi di recupero.
Ma Antonio Panaccione, direttore scolastico alla Keplero, non si è limitato a far notare a Mariastella Gelmini che la sua scuola non ha più soldi. Per rendere clamorosa la sua protesta ha minacciato di riesumare il «sei politico» di sessantottesca memoria.
«Altrimenti che faccio- ha scritto il preside alla Gelmini- boccio tutti?»

Negli ultimi due anni la quota di alunni rimandata a settembre è stata pari al 29 per cento del totale. Circa 375 mila alunni molto presumibilmente anche questa estate avranno bisogno dei programmi di recupero previsti dalla legge.
Quando nel 2007 l’ex ministro Fioroni riesumò dall’ordinamento scolastico il rinvio a settembre il governo, per i programmi di recupero, stanziò 210 milioni di euro. Una cifra che in seguito si è ridotta a 95 milioni e con i tagli della Gelmini si è assottigliata anche di più.
«Saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del governo in merito alla valutazione finale e all’ammissione delle classi quinte all’esame di Stato», ha aggiunto il preside della Keplero.
Oltre alle due soluzioni shock prospettate dal preside della romana Keplero, ce ne sarebbe una terza: l’ha adottata l’Istituto Fermi di Verona che farà pagare alle famiglie 100 euro l’ora per ogn i corso di recupero.

A proposito della mancanza di fondi da destinare alla scuola Mariastella Gelmini ha più di una volta ripetuto che molte risorse potrebbero essere recuperate se si procedesse ad eliminare gli sprechi.
Il ministro recentemente ha calcolato che se i bidelli tornassero a fare il loro antico lavoro di provvedere anche alla pulizia delle aule si potrebbero recuperare circa un miliardo e trecento milioni di euro l’anno da destinare alla didattica.
Il ministro coerentemente con questa strategia nel gennaio scorso ha imposto alle scuole di ridurre perlomeno del 25 per cento le spese per le pulizie affidate ad imprese esterne.
Secondo la Gelmini il risparmio avrebbe dovuto consentire di affrontare senza affanno le spese per i prossimi esami.
Non sappiamo se i bidelli sono tornati a spolverare banchi e corridoi. Dal preside della Keplero ci giunge invece la notizia che chi è rimasto indietro nel corso dell’anno molto difficilmente sarà in grado di recuperare.
Quindi si torna al dilemma: o tutti bocciati o ben tornato sei politico.