19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
«Fare vera prevenzione»

Da Genova l'allarme dei geologi: Italia indietro di 20 anni

Come è stato dimostrato dai tragici eventi alluvionali di Messina e Scaletta Zanclea. Al via il summit sul rischio idrogeologico

GENOVA - Italia «indietro di almeno venti anni» in materia di prevenzione del rischio idrogeologico, con un territorio «fragile» che continua a mietere vittime e a provocare danni, come è stato dimostrato dai tragici eventi alluvionali di Messina e Scaletta Zanclea, del fiume Serchio e, più di recente, dalle spaventose frane di Maierato e di San Fratello.

L'accusa arriva da Genova, dove domani i geologi di tutta Italia, si riuniranno in un summit dal quale è atteso un rinnovato appello a investire in prevenzione. «Ci troviamo a inseguire l'emergenza quando invece dobbiamo fare più prevenzione», rileva il presidente dell'ordine dei geologi della Liguria, Giuliano Antonielli, conversando con Apcom.

«Vogliamo essere impiegati per prevenzione frane ed effetti delle alluvioni - dice Antonielli - e non ci interessa intervenire dopo che le tragedie sono avvenute». I geologi che incontreranno la stampa in mattinata nel capoluogo ligure, provocatoriamente ripresenteranno lo stesso documento presentato a Scaletta Zanclea il 26 novembre scorso. «Sono passati tre mesi - afferma - e non è cambiato nulla. Abbiamo fatto quel documento in quel periodo, ma avrebbe potuto avere anche una data antecedente. Questo perché continuiamo a rincorrere l'emergenza, senza politica di prevenzione».

«Il fatto che il territorio italiano sia fragile - spiega Antonielli - ormai sembra un luogo comune ma è una frase assolutamente vera. L'idea del convegno di domani è nata nella primavera del 2009, ma poi è arrivata l'alluvione di Messina. Ma avremmo potuto chiamarlo Serchio o Spezia 2009, o anche San Fratello e Maierato 2010». L'argomento è «sempre attuale», e sempre «inascoltato». Domani a Genova «faremo un discorso di denuncia e di testimonianza delle varie realtà italiane, con tutti i presidenti regionali». Perché «se non partiamo dalla conoscenza del territorio non andremo da nessuna parte».