23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Stop ai talk show politici, è polemica

Berlusconi: basta trasmissioni-pollaio

Ma la legge sulla par condicio è «liberticida e assurda»

ROMA - L'azzeramento delle trasmissioni di approfondimento tv, trasformate in tribune politiche, decisa dalla Vigilanza Rai «non è una decisione scandalosa di cui doversi preoccupare», anche perchè alcune sono «trasmissioni-pollaio». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando durante la presentazione del libro di Bruno Vespa. Tuttavia, l'attuale legge sulla par condicio è «liberticida e assurda», quindi «andrebbe abolita». Berlusconi ha rilanciato l'opportunità di una legge che stabilisca la quota di presenza in televisione «proporzionale alla quota elettorale» e quindi ai voti o ai deputati.

Il premier ha detto che, tra le conseguenze della par condicio, c'è quella di favorire i piccoli partiti ma anche i loro leader che alla fine vanno più spesso in televisione. «Di Pietro - è stato il suo esempio - ha una visibilità televisiva sproporzionata rispetto alla quota dei voti».

La scelta di proibire i talk-show politici durante la campagna elettorale per le regionali va «rivista», perché limita la «libertà» aveva detto oggi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Ieri notte, la commissione di Vigilanza Rai ha dato il via libera al regolamento tv in vista delle regionali del 28 e 29 marzo; fra l'altro, ha decretato lo stop ai programmi di approfondimento nell'ultimo mese di campagna elettorale (come Porta a Porta, Ballarò, Annozero, In mezz'ora).

La norma è passata con i voti del centrodestra e del relatore, il radicale Marco Beltrandi, e con la decisa opposizione del Pd, che ha abbandonato i lavori. I talk show politici con ogni probabilità non verranno cancellati ma sostituiti, in rispetto della norma approvata in Vigilanza, da tribune elettorali organizzate secondo una rigida ripartizione paritaria tra tutti i soggetti politici.