Santoro: grande riscossa contro la censura
Conto alla rovescia a Bologna per «Rai per una notte»: editto bulgaro mai rimosso
ROMA - «Una grande riscossa contro la censura». A dodici ore dall'inizio di Rai per una notte, Michele Santoro parla così dello show organizzato dopo la sospensione dei talk show della Rai in campagna elettorale. La kermesse inizierà questa sera alle 21 e andrà avanti fino a notte e sarà trasmessa in diretta da Sky e in streaming in Italia e nel mondo. Dopo le polemiche Rainews24, invece, la trasmetterà in differita.
EDITTO BULGARO - In collegamento con Sky Tg24 da Bologna, Santoro spiega che in Italia la censura esiste «da quando il premier Silvio Berlusconi ha pronunciato l'editto bulgaro contro Biagi, Luttazzi e me. Praticamente questo editto non è stato mai rimosso dalla scena italiana, ancora continua. Ci sono autori proibiti che devono accontentarsi di lavorare ai margini dell'industria culturale. Ma grazie alle nuove tecnologie questa serà ci sarà la grande riscossa contro la censura».
«I programmi - afferma il conduttore di Annozero - devono andare in onda. Sono stati tolti dai palinsesti con un provvedimento illegittimo contro lo spirito della legge sulla par condicio e l'inchiesta di Trani dimostra che c'era una volontà precedente di togliere di mezzo programmi scomodi». Santoro crede molto tuttavia nelle potenzialità di diffusione del web ed è convinto che 'Rai per una notte' sarà un successo: «Lo streaming arriverà non solo in 150 piazze italiane ma anche in Bolivia e Australia». Ma gli ascolti non sembrano preoccuparlo: «Già il fatto di portare a casa ascolti di tipo televisivo sarà un positivo risultato. Non è che dobbiamo fare gli ascolti di Sanremo».
REAZIONI - La kermesse di Santoro, come è ovvio, non è stata accolta bene dai giornali del centrodestra. Su tutti, è il quotidiano Libero diretto da Maurizio Belpietro a usare le parole più dure dedicando a 'Rai per una notte' la prima pagina: «Santoro resuscita gli zombi». La difesa del conduttore di Annozero è pacata: «Ieri Libero sembrava schierato per l'opzione del licenziamento di Santoro e questo è grave che venga da colleghi. Noi dovremmo batterci per Libero e per affermare il principio che le notizie si pubblicano anche quando si tratta di intercettazioni che riguardano gli altri».
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