Sulla Giustizia compromesso nel Pdl
Per il Premier il «processo breve» non basta, Ghedini al lavoro. La prossima settimana il vertice a tre con Umberto Bossi
ROMA - «Insomma, il Pdl è ancora salvo». Forse è la battuta pronunciata da un parlamentare, al termine dell'incontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, a dare meglio il senso del faccia a faccia di questa mattina. Due ore in un clima di grande tensione, alla presenza di Gianni Letta, per siglare il «compromesso» sulla giustizia che si può riassumere nella formula: sì al processo breve, no al taglio della prescrizione.
PREMIER «INSODISFATTO» - Una via mediana tra l'obiettivo primario del premier di avere uno «scudo» per i suoi processi e la richiesta di Fini di evitare una nuova norma-vestitino, che però sembra essere più di facciata. E' vero, si è raggiunto l'obiettivo politico di evitare lo strappo plateale che ieri sembrava a un passo, ma Berlusconi è tutt'altro che soddisfatto e non considera la partita chiusa. Il premier, dopo l'incontro, si limita a dire che «è andata bene» ma è convinto di non potersi sentire al sicuro sulla strada normativa intrapresa.
PASSO IN AVANTI - Quello che il Cavaliere avrebbe voluto era un'accettata alla prescrizione, quel taglio di un quarto che lo avrebbe messo al riparo dai procedimenti presenti e probabilmente anche futuri. Il no di Fini è stato netto: sarebbe un'amnistia mascherata - è stato il suo ragionamento - la gente non capirebbe. Alla fine si è deciso di abbandonare questa ipotesi e comunque di dare il via libera a una norma che va nella direzione di dare un processo rapido a tutti i cittadini. Il presidente della Camera sarebbe soddisfatto dell'esito dell'incontro. Tuttavia, non a caso, nell'entourage del Cavaliere si parla di un «passo in avanti», come a far intendere che di passi potrebbero anche essercene altri. Anzi, il premier avrebbe già chiesto al suo avvocato Niccolò Ghedini di mettersi al lavoro sulla scrittura del ddl o per trovare un'altra strada.
REGIONALI - Che non sia tornato il sereno tra i due cofondatori del Pdl, secondo alcuni, è dimostrato anche dal fatto che non si terrà domani ma la prossima settimana il vertice a tre con Umberto Bossi: perché il percorso verso le regionali - si spiega - non è stato ancora sgomberato dal «macigno» della giustizia. Ed è pur vero che Fini ha fatto un'apertura sulla reintroduzione dell'immunità ma, come si fa notare, quella è una strada che difficilmente riguarderebbe Berlusconi: perché è una riforma costituzionale che richiede tempi lunghi e, eventualmente, anche un referendum.
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