24 marzo 2025
Aggiornato 17:30
Politica. Caso Marrazzo

Marrazzo lascia e ammette: «Una debolezza della mia vita privata»

Il Partito Democratico apprezza l'autosospensione e annuncia primarie. L'opposizione vuole andare al voto subito

ROMA - Una «vicenda personale in cui sono entrate in gioco mie debolezze inerenti alla mia sfera privata». Con queste parole Piero Marrazzo, per oltre 4 anni governatore del Lazio, ha deciso di autosospendersi dalla sua carica, travolto da uno scandalo «a luci rosse» che lo ha visto ricattato da quattro carabinieri in possesso di un video in cui l'ormai ex governatore si intratteneva con un transessuale in una abitazione di via Gradoli 96, a Roma: un indirizzo e un civico noti come covo delle Br che parteciparono al sequestro di Aldo Moro 31 anni fa e oggi tornati alla ribalta per un 'affare di sesso'.

AUTOSOSPENSIONE - Ieri il governatore aveva definito la vicenda «una bufala» ma oggi, dopo le indiscrezioni e i dettagli sul video e su presunti pagamenti ai ricattatori Marrazzo ha ceduto al pressing fatto dalla maggioranza in Regione e anche dai vertici nazionali del Pd e ha deciso di lasciare. Non di dimettersi immediatamente, però, bensì di autosospendersi e firmare le dimissioni tra qualche settimana, per arrivare all'election day, il 28 e 29 marzo e non costringere il Lazio a elezioni anticipate.

PDL: «PAPOCCHIO» - Da oggi i poteri passano al vicepresidente della Regione, Esterino Montino. Marrazzo ha anche fatto sapere di non avere intenzione di ricandidarsi e la corsa per chi sarà presentato dal Pd alla presidenza della Regione è già aperta. E se la scelta di Marrazzo è definita da tutti, anche dalla «triade» in corsa per il posto di segretario nazionale del Pd, come «una scelta di responsabilità», dall'opposizione si grida al «papocchio» e si chiedono le dimissioni per potere permettere ai cittadini di tornare alle urne, visto che Montino «non è mai stato eletto». Con il Presidente dei senatori Maurizio Gasparri che si spinge a contestare la legittimità dell'autosospensione, prevista solo come temporanea interruzione della presidenza e non come «adicazione» alla stessa.

PRIMARIE - Montino intanto ha già assunto la reggenza del Lazio. Ed è lui stesso a delineare il percorso in vista delle prossime elezioni: nel centrosinistra ci saranno elezioni primarie nel Lazio per scegliere il candidato alla Pisana, in un «percorso aperto e democratico, dando un segno di forte novità». E Montino, garante di questa transizione, si dice «indisponibile» a candidarsi.

MARRAZZO: «VICENDA PERSONALE» - Marrazzo nella nota in cui annuncia l'autosospensione dice: «La mia permanenza è inopportuna. Ho detto la verità ai magistrati prima che l'intera vicenda fosse di pubblico dominio. L'inchiesta sta procedendo speditamente anche grazie a quelle dichiarazioni, che sono state improntate dall'inizio alla massima trasparenza. Si tratta di una vicenda personale in cui ho sempre agito da solo. Nelle condizioni di vittima in cui mi sono trovato ho sempre avuto come obiettivo principale quello di tutelare la mia famiglia e i miei affetti più cari. Gli errori che ho compiuto non hanno in alcun modo interferito nella mia attività politica e di governo», precisa, perchè la paura di tutti oggi è che privato e pubblico si sovrappongano nell'immaginario della gente e che ciò comporti un danno a livello elettorale.

CONVALIDA DEL FERMO PER I CARABINIERI  - Intanto, è stato convalidato il fermo dei quattro carabinieri accusati di aver ricattato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Il Gip del tribunale di Roma Sante Spinaci ha anche emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati: Luciano Simeone, 29 anni; Carlo Tagliente, 30; Antonio Tamburrino, 28; Nicola Testini, 37 anni, accusati a vario titolo di estorsione, ricettazione, violazione della privacy e violazione del domicilio.