3 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Salute. Nuova influenza

Medici Monza: «Ceppo non è più cattivo di altri»

«Probabilmente ha contagiato il proprio padre»

MONZA - I medici dell'ospedale San Gerardo di Monza, che da martedì scorso hanno in cura un 24enne di Parma con una grave insufficienza respiratoria e risultato positivo al virus A/H1N1 della nuova influenza, precisano che «ad oggi non è vero» che il paziente abbia contratto un ceppo del virus «più cattivo» di quello contratto dagli altri 1.900 casi circa riscontrati in Italia. «Lui sfortunatamente ha avuto una evoluzione più negativa per motivi vari, ma non abbiamo riscontrato alcuna condizione predisponente a noi nota».

«Non sappiamo prevedere l'evoluzione - ha detto il professor Roberto Fumagalli, primario di Anestesia e rianimazione -, la prognosi è riservata e il nostro scopo per ora è quello di mantenere le funzioni vitali per fare in modo che la natura e i farmaci facciano il loro effetto». I medici hanno spiegato che nel mondo pazienti nella sua condizione, una sindrome da distress respiratorio dell'adulto, hanno una percentuale di sopravvivenza compresa tra il 40% e il 70%.

Il 24enne, originario di Parma, aveva trascorso le proprie vacanze in Italia e non presentava «immunodeficienze pregresse», anche se il quadro ematologico ha rivelato una certa carenza immunitaria, forse frutto dell'infezione stessa da nuova influenza. Anche suo padre ha contratto il virus, probabilmente dal figlio stesso, ma secondo i medici monzesi non è neanche ricoverato. La condizione di respirazione extracorporea, secondo le esperienze registrate al San Gerardo, dura in genere tra i cinque e i quindici giorni, ma si può arrivare fino a 143 giorni.