25 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Missione ISAF

Calderoli: «Italiani con Bossi, via anche da Libano»

«La democrazia non si esporta, l'Occidente rifletta. E' sbagliato lasciare prima delle elezioni, ma la testa alla gente non la cambi con un voto»

ROMA - «Il Libano e i Balcani intanto lasciamoli. E sull'Afghanistan ragioniamo. E' sbagliato lasciare prima delle elezioni, ma la testa alla gente non la cambi con un voto». Ad affermarlo è il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che in un'intervista a Repubblica torna sulla questione del ritiro dei nostri soldati dall'Afghanistan, problema già sollevato da Umberto Bossi. Dopo aver ricordato che la Lega non ha «mai tolto un voto alle missioni decise dalla maggioranza», il ministro chiede di «fare un bilancio dei risultati raggiunti».

MEA CULPA - Una questione di risorse, «Siamo in grado di sostenere ulteriori missioni? Se non ne abbiamo si torna a casa». Ma soprattutto di metodo: «Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perché la democrazia non si esporta e non si impone. Anch'io un tempo ero interventista. Poi ho fatto il mea culpa. Interroghiamoci: è migliorata la situazione in Afghanistan? Io sono arrivato alla conclusione che c'è una sfasatura temporale».

RIPENSARE LA STRATEGIA - L'idea di Calderoli, quindi, è questa: «Andiamo fino in fondo. Rispettiamo gli impegni presi. Ma non illudiamoci che l'intervento sarà risolutivo. L'Europa e l'occidente, però, ripensino la strategia perché non credo che otterremo risultati». Si chiede infatti il ministro: «E' la strada giusta? E' una riflessione di pancia che il Paese fa. E in Iraq è stato utile abbattere Saddam? Non era democratico, ma di equilibrio. Forse occorreva un passaggio più graduale, aiutare l'Iraq a liberarsi di Saddam».

INTERVIENE FRATTINI - «Lavoriamo in Afghanistan per la sicurezza anche dell'Italia, quindi anche di Calderoli»: lo ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini, interpellato dai giornalisti a Bruxelles sulle ultime dichiarazioni del ministro leghista.

IL PARERE - «Sono tutte opinioni rispettabili - ha detto ancora il ministro degli Esteri - ma sono opinioni personali il governo ha una visione che è già stata approfondita, le missioni internazionali sono un biglietto da visita dell'Italia nel mondo». Quanto alla situazione sul terreno il titolare della Farnesina ha sottolineato che «siamo consapevoli che i nemici della democrazia cercheranno di colpire maggiormente durante il periodo di preparazione del voto». Tuttavia, ha ribadito ancora una volta Frattini «è chiaro che resteremo in Afghanistan».