18 agosto 2025
Aggiornato 13:30

Strage Erba: difesa Olindo e Rosa deposita ricorso in Appello

«Condanna basata su premesse errate, restano solo i colori»

MILANO - «Rosa e Olindo sono persone non solo ingenue e sprovvedute ma deboli di psiche e legate da un rapporto patologico e simbiotico che li ha portati a confessare quanto non avevano commesso nella folle idea che ciò potesse risparmiare all'altro la morte civile».

E' questo uno dei ragionamenti contenuti nelle 400 pagine del documento con cui i difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi ricorrono in Appello contro la sentenza che aveva condannato i due imputati all'ergastolo per la strage di Erba dell'11 dicembre 2006 in cui morirono Raffaella Castagna, il piccolo Youssuf di 2 anni, Paola Galli e Valera Cherubini. «A Olindo e Rosa è stato detto più e più volte che se non confessavano non si sarebbero piu incontrati, che la condanna era comunque certa, che il solo modo per salvare l'altro coniuge dalla morte civile e in pratica dall'ergastolo era quello di indicarsi come responsabili» scrivono gli avvocati Enzo Pacia, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux. «In estrema sintesi i consulenti della difesa a distanza di oltre un anno dal fatto hanno rilevato tracce mai repertate né dai Carabinieri né dal RIS» è la posizione dei legali i quali ricordano che gli imputati erano stati proclamati colpevoli «davanti all'opinione pubblica nazionale anzi mondiale da centinaia di trasmissioni tv e interviste giornalistiche».

«La Corte di Assise di Como ha affermato che i due coniugi per guadagnarsi la fuga sarebbero usciti dalla corte per raggiungere l'auto che avrebbero parcheggiato fuori dalla corte di via Diaz. Questo sarebbe stata un'ammissione di Olindo nelle annotazioni redatte sulla Bibbia. Ciò non è assolutamente vero. Si cerca di rilegare nel dimenticatoio circostanze scomode, che sconfessano le confessioni degli imputati e che portano ad affermare, inesorabilmente, la loro estraneità ai fatti. Le prove scientifiche e le prove logiche, escludono la responsabilità di Olindo e Rosa in ordine a quanto avvenuto ad Erba, nella corte di via Diaz, la sera dell'11.12.06» scrivono gli avvocati».

Secondo la difesa «in ogni caso, l'assenza di tracce delle vittime nella casa degli imputati risulta essere estremamente importante perché è una ulteriore prova a conferma della loro innocenza. Anche l'assenza di tracce di sangue lungo il percorso che Olindo e Rosa avrebbero seguito nella corte per raggiungere la loro lavanderia stride fortemente con il loro coinvolgimento nei fatti, anche perché non risulta che i luoghi prospicienti la casa dei coniugi siano stati raggiunti dall'acqua dei pompieri. Della sentenza restano solo colori. Un ragionamento congegnato su premesse errate e non certe, una condanna disumana contro degli imputati che possono essere chiunque, ma non Rosa e Olindo. Tutto esclude la responsabilità di Olindo Romano e Rosa Bazzi».