I vescovi italiani: sull'aids l'Europa ha irriso il Papa
Bagnasco: «No a tentennamenti sul biotestamento»
ROMA - Il presidente dei vescovi italiani si schiera a difesa del Papa, torna sulle polemiche sull'aids e l'uso del preservativo, ricorda l'altra polemica recente (sui lefebvriani gli sono state fatte «accuse maldestre rivolte con troppa noncuranza«), denuncia «irrisione e volgarità» contro Benedetto XVI, contrattacca. Alla vigilia del voto in Senato sul testamento biologico, poi, il cardinale Angelo Bagnasco chiede che il Parlamento approvi «senza lungaggini o strumentali tentennamenti» una legge che, nel ricordo di Eluana Englaro, «preservi il Paese da altre analoghe avventure».
«Non accetteremo - ha detto il porporato aprendo ieri i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani (23-26 marzo) - che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso». Ratzinger è rientrato nella serata di ieri da una settimana in Camerun e Angola. Ad attenderlo, un sit-in di una cinquantina di persone promosso dai radicali, subito fuori dai confini tra Italia e Vaticano, per protestare contro le sue posizioni sui condom ('Stop Aids, stop Vaticano, stop violenze' è uno degli slogan). Il viaggio del Papa, ha affermato Bagnasco, «fin dall'inizio è stato sovrastato nell'attenzione degli occidentali da una polemica - sui preservativi - che francamente non aveva ragione d'essere». Gli fa eco l«Osservatore romano', secondo il quale la «polemica mediatica» contro il Papa è stata «pretestuosa, infondata e tutta europea sui metodi di contrasto dell'aids». E proprio contro l'Europa punta il dito Bagnasco.
Le proteste dei governi di Francia e Germania, le critiche dall'Unione europea, il sit-in a Notre-Dame, a Parigi, con tanto di distribuzione di condom non sono andate giù al presidente dei vescovi italiani. «Non ci si è limitati ad un libero dissenso - scandisce - ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici. L'irrisione e la volgarità - aggiunge - non potranno far mai parte del linguaggio civile, e fatalmente ricadono su chi li pratica». Con parole altrettanto inflessibili Bagnasco collega quella sui preservativi ad un'altra polemica nei confronti del Papa, quella sui lefebvriani. Ma è sull'attualità politica che Bagnasco è più concreto. Il presidente dei vescovi parte dal caso di Eluana Englaro. A far morire la donna in stato vegetativo per 17 anni è stata, per il porporato, una «operazione tesa ad affermare un 'diritto' di libertà inedito quanto raccapricciante, il diritto a morire». Iniziativa, oltretutto, presentata con un «ammanto di pietà».
Poi, dopo essersi lungamente soffermato sulla vicenda di Eluana, l'affondo: è necessario, spiega, trasformare lo «sgomento» in «riscatto». Tradotto in termini parlamentari: «Approntare e varare, senza lungaggini o strumentali tentennamenti, un inequivoco dispositivo di legge che - in seguito al pronunciamento della Cassazione - preservi il Paese da altre analoghe avventure». E' la bocciatura senza appello a ogni ipotesi di moratoria, che da giorni aleggia tanto nell'opposizione quanto nella maggioranza. Ed è l'avvertimento contro ogni tentazione di smagliatura nei voti segreti che, da oggi, potrebbero emergere nel Popolo della libertà. I maggiorenti del partito si dicono certi che non ci saranno sorprese e il presidente del Consiglio Berlusconi ha scritto una lettera ai suoi senatori per chiedere «lealtà», ma meglio, per Bagnasco, mettere i puntini sulle 'i'. Il Senato comincerà oggi a votare e il voto finale è previsto giovedì notte. Il ddl passerà, a quel punto, alla Camera, e i vescovi non vogliono sorprese.
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