29 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Una delle maggiori cause di malattia e di morte nel mondo

Salute: nuove scoperte su cause genetiche infarto del miocardio

Dall'Università di Verona arrivano nuove scoperte nel campo della ricerca

MILANO - Dall'Università di Verona arrivano nuove scoperte nel campo della ricerca sulle cause genetiche di infarto del miocardio, una delle maggiori cause di malattia e di morte nel mondo. La prima è legata allo studio del genoma per individuare le cause dell'infarto famigliare, mentre la seconda riguarda il coinvolgimento degli eosinofili, cellule collegate ai fenomeni allergici che si è riscontrato avere un ruolo fondamentale nell'infarto del miocardio.

Domenico Girelli, Nicola Martinelli, Oliviero Olivieri della Sezione di Medicina Interna del Dipartimento di medicina clinica e sperimentale diretta da Roberto Corrocher firmano due articoli pubblicati in contemporanea sulla più importante rivista del settore, Nature Genetics, in cui si riporta una mappa dettagliata di nuovi marcatori genetici associati al rischio di un attacco cardiaco. In entrambi i casi si tratta di ampie collaborazioni internazionali, nel cui ambito la popolazione del Verona Heart Study (più di 2mila pazienti veronesi con malattie cardiache che hanno 'donato' il proprio Dna per la ricerca a partire dal 1996) si è rivelata utilissima per la scoperta di tali nuovi marcatori. Il primo studio, condotto in collaborazione con il Massachusetts General Hospital di Boston e con ricercatori del Consorzio Migen, ha arruolato 26mila soggetti ed ha portato alla scoperta di 9 regioni sul genoma associate all'infarto precoce.

Queste informazioni danno una luce nuova sul mistero che sinora avvolgeva molti casi di infarto che tendono a ripetersi nell'ambito di alcune famiglie, coinvolgendo più individui delle stesse, talvolta senza che vi sia un sostanziale contributo dei fattori di rischio «classici» quali, ipertensione, obesità, diabete. Il secondo studio ha focalizzato la propria attenzione sui determinanti genetici che regolano il numero di un particolare tipo di globuli bianchi che circolano nel sangue ed infiltrano i tessuti, vale a dire gli eosinofili. Queste cellule sono notoriamente molto importanti nell'infiammazione, soprattutto quella correlata a fenomeni allergici. In questo ambito, i ricercatori hanno individuato una serie di marcatori genetici associati al numero di eosinofili circolanti, e di conseguenza al rischio di sviluppare asma bronchiale. Con una certa sorpresa, uno di questi marcatori (sul gene SH2B3) ha dimostrato una forte associazione anche con il rischio di sviluppare un infarto cardiaco.