Venturi (Hpe): «Progetto Gaia-X fondamentale, crediamo negli standard aperti»
Il presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia : «Proponiamo un cloud moderno, di ultima generazione che salvaguardia la filiera»
Il progetto Gaia-X, l'infrastruttura cloud made in Ue, «per noi è fondamentale. Sposiamo questa architettura perché crediamo negli standard aperti, crediamo nella difesa della sovranità del dato che deve essere patrimonio di chi lo genera ovunque esso sia». Lo ha detto Stefano Venturi, presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia e vicepresidente di Hewlett Packard Enterprise Inc, a margine del forum Ambrosetti.
«Noi - ha spiegato - siamo una delle aziende americane che per prime hanno supportato Gaia X a livello europeo», ha sottolineato. «Non crediamo in una centralizzazione tout court ma in una policy di sovranità del dato. Per noi Gaia-X è un framework di riferimento. Le nostre architetture sono ispirate a quelle che sono le raccomandazioni di Gaia-X».
«In questo periodo - ha proseguito Venturi - si sente parlare tanto di digitalizzazione e poi si dice che il cloud è una soluzione. Noi però diciamo: attenzione, quale cloud? Noi siamo qui a proporre un cloud moderno, di ultima generazione che deriva dal seguente assunto: siamo entrati nella data driven economy, quindi estrarre valore dai dati è la chiave sia per le imprese sia per le organizzazioni che danno servizi ai cittadini. I dati vengono generati nella periferia dei sistemi informativi, non al centro, mentre le architetture cloud odierne rappresentano delle grandi centralizzazioni. Quindi affrontano solo una piccola parte del problema digitale da risolvere. La nostra proposta invece - ha spiegato - è di un cloud di nuova generazione, cioè sono infrastrutture distribuite sia nel data center sia nella periferia, fornite ai nostri clienti in modalità totalmente as-a-service, cioè pago solo quello che uso ma queste infrastrutture servono solo me, sono disegnate sulle mie esigenze. Con questo nuovo modello di cloud noi riusciamo ad estrarre il meglio, far sì che i clienti paghino solo quello che usano, sia alla periferia della galassia digitale, sia al centro».
«In più - ha detto ancora Venturi - c'è un altro elemento che questa modalità di cloud moderno permette di salvaguardare in Italia, dove c'è una filiera di 100mila imprese che si occupano di informatica, che sono sul territorio e aiutano le imprese italiane a innovare, impiegano 600mila addetti e fanno 70 miliardi di euro di fatturato annuo. Ebbene, la modalità di cloud che proponiamo permette di includere questa filiera nella partita e quindi l'impatto a livello di Pil è sicuramente positivo, non esclude questa filiera, anzi la coinvolge e le permette di evolvere e di crescere sempre di più e al tempo stesso di dare un beneficio al Pil. Con lo studio che presentiamo oggi con Ambrosetti andiamo a misurare questo, dato un modello di cloud rivoluzionario, innovativo, aperto, inclusivo, fatto sull'hedge e inclusivo rispetto a questa filiera».