19 marzo 2024
Aggiornato 06:00
privacy

Così Facebook può individuare i dati di 205 milioni di cittadini UE

I dati del 73% degli iscritti a Facebook in Europa non è anonimo. Il social network può quindi individuare facilmente 205 milioni di persone

Così Facebook può individuare i dati di 205 milioni di cittadini UE
Così Facebook può individuare i dati di 205 milioni di cittadini UE Foto: Shutterstock

MILANO - Di Facebook sappiamo che su di noi sa tutto. Sa talmente tanto che abbiamo addirittura ipotizzato che potesse essere il caro Mark Zuckerberg a provvedere alla nostra sopravvivenza, con un salario minimo derivante dall’utilizzo (piuttosto profittevole per lui) dei nostri dati. Ma la vera domanda è: quanti dati detiene Facebook e, soprattutto, di chi.

Uno studio dell'Universidad Carlos III di Madrid ha dato una risposta: il 40% dei cittadini Ue. Il vero problema è determinato dal fatto che - secondo i ricercatori - il 73% degli iscritti europei al social network ha messo in circolazione dati sensibili non anonimi e il loro utilizzo contrasterebbe quindi con il Gdpr, il regolamento comunitario che entrerà in vigore il prossimo maggior 2018. Le informazioni, di fatto, non dovrebbero essere riconoscibili, né tantomeno associabili ad alcun individuo. Cosa che, invece, avviene per il 73% degli utenti Facebook europei. Il Gdpr, infatti, stabilisce un nuovo diritto, quello alla portabilità dei dati, che garantisce all’interessato del trattamento (la persona fisica) di ricevere i dati personali che lo riguardano, o che ha fornito al titolare del trattamento, in un formato strutturato, di uso comune e leggibile, nonché di poter trasmettere ad ulteriori titolari del trattamento tali dati da parte dell’attuale titolare del trattamento.

Come afferma la ricerca - ma come già ben sappiamo - «i dati sensibili sono sfruttati da Facebook per obiettivi commerciali», cioè per poter effettuare una pubblicità mirata all’interno del social network. Questo favorirebbe, quindi, azioni malevole come il phishing, che sfrutta informazioni sensibili per costruire un'esca più attraente. Facebook rappresenta quindi un terreno molto fertile e molto economico per i truffatori: il costo di un’informazione/dato utile comporta una spesa che si aggira malapena intorno allo 0,015 euro per utente. Una vera sciocchezza se ci pensate.

I dati di queste 205 milioni di persone (il 73% degli utenti) appartengono al loro orientamento politico e sessuale, condizioni di salute, religione e origini etniche che vengono quindi sfruttati per scopi commerciali. Tradotto in termini pratici, il social è in grado di identificare il 40 per cento della popolazione complessiva all’interno della UE. Ed è contrario al regolamento sulla privacy. E dovrà adeguarsi.

Già nelle settimane scorse Facebook ha fatto sapere attraverso il suo chief operating officer, Sheryl Sandberg, di essere al lavoro per lanciare un strumento idonea o consentire agli utenti di gestire al meglio le informazioni personali in transito sulla piattaforma. In questo modo, il social sarà pronto ad adeguarsi al nuovo regolamento europeo, in vigore da maggio prossimo.