19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
tecnologia

Calmi tutti, il braccialetto di Amazon non può essere usato in Europa

Il braccialetto per i dipendenti di Amazon sarebbe contrario all’ordinamento in materia di protezione dei dati

Il braccialetto di Amazon non può essere usato in Europa
Il braccialetto di Amazon non può essere usato in Europa Foto: ANSA

MILANO - Il braccialetto dei dipendenti di Amazon ha fatto drizzare le orecchie ai più, esasperando l’amara (ormai) certezza di essere delle varie e proprie marionette nelle mani della tecnologia, oltre a cavie da laboratorio mascherate. Del tutto nelle mani di chi la tecnologia la possiede. Secondo GeekWire, che ha visionato il prototipo di cui Amazon ha depositato il brevetto, il nuovo braccialetto wireless è in grado di monitorare con precisione i movimenti dei dipendenti, vibrando per guidarli nella giusta direzione. In sostanza, i dati relativi agli ordini effettuati sulla piattaforma online vengono quindi trasmessi al device indossato al polso dell’operatore il quale dovrà quindi dirigersi velocemente nell’area dove è stoccata la merce, prelevarla e passare all’ordine successivo.

La notizia oltre a imbestialire il popolo dei lavoratori amazzoniani, ha scatenato anche le ire del premier Genitiloni convinto che la «la sfida è il lavoro di qualità e non il lavoro con il braccialetto». Oggi sono arrivate le dichiarazioni dell’azienda secondo cui le speculazioni sull’utilizzo dei braccialetti sarebbero fuorvianti giacché ogni giorno i dipendenti utilizzano scanner palmari e l’eventuale sostituzione dei palmari con braccialetti verrebbe introdotta «nel pieno rispetto delle leggi col solo obiettivo di migliorare il lavoro dei dipendenti».

Secondo Amazon «muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti, le mani vengono liberate dall'utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione».

Il braccialetto wirelles, così com’è, non potrebbe - tuttavia - essere utilizzato in Europa poiché contrario all’ordinamento in materia di protezione dei dati. A sostenerlo è il presidente dell'Autorità garante della privacy Antonello Soro, in un’intervista a Radio Radicale: «Penso e spero – ha spiegato – che questa idea verrà rimessa in discussione, sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia, ma anche in Europa. Il sistema delle regole che disciplinano il trattamento dei dati personali e in particolare quello dei lavoratori deve rispondere a principi di proporzionalità, di trasparenza, di salvaguardia della dignità dell’uomo, che nella ipotesi riferita non ci sarebbero, quindi sarebbe in contrasto con le norme italiane e come tali non potrebbe applicarsi».

Per Soro «la giurisdizione del lavoro non ha barriere mobili tali da poter pensare che un’azienda degli USA possa fare in Italia quello che vuole, io mi auguro da nessuna parte del mondo. L’ipotesi di cui si discute è un’ipotesi di ulteriore delega della organizzazione della vita alle tecnologie e come tale con una progressiva compressione delle libertà dell’uomo. E’ un processo che è in corso da tempo rispetto al quale occorrerebbe una maggiore attenzione in generale del dibattito pubblico. Se è vero che da molte parti si teme che nel futuro possa esserci una contrazione dei posti di lavoro dell’occupazione per far spazio ai robot e all’automazione, in questo caso sembrerebbe quasi che i giganti che operano nel sistema e nell’economia digitale pensino già di robotizzare l’uomo, facendo un ulteriore salto in quella direzione».

Come se di macchine non ce ne fossero già abbastanza dentro i magazzini di Amazon. Già oggi, in Amazon, lavorano circa 55mila dipendenti robot (dati 2016) che contribuiscono a ridurre al minimo il movimento e le ferite dell'uomo in questi enormi centri di stoccaggio. Le macchine, di fatto, possono recuperare più velocemente i prodotti di quanto non facciano le persone. In ogni caso il tasso di automazione di Amazon sta accelerando ed è probabile che si arrivi presto a un totale di 100mila robot. E questi robot li vedremo presto anche nei magazzini italiani, in particolare nell’hub che sarà aperto entro settembre 2018 a Torrazza Piemonte. I robot hanno la forma di parallelepidi, pesano 145 chilogrammi e possono sollevarne fino a 340; si spostano a 5 chilometri all’ora e, soprattutto, quando non sono in azione stanno in gabbia. Vengono infatti chiusi in recinti ai quali accedono solo alcuni operai specificamente formati. Una volta entrati in azione sollevano carichi e, pertanto, permettono ai dipendenti di non correre tra le diverse aree del magazzino e concentrarsi su altre cose.

Intanto proprio nella giornata di oggi, si è svolto l’incontro tra il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti e una delegazione di Amazon guidata dal Vice President European Operations, Roy Perticucci. Un appuntamento che era stato fissato già prima della notizia del braccialetto incriminato, ai tempi degli scioperi dei lavoratori di Piacenza, in occasione del Black Friday. Secondo quanto riferisce una nota del ministero, l’incontro si sarebbe « svolto in un clima costruttivo» e «ha consentito di comprendere meglio le dinamiche, le relazioni interne all'azienda e le specificità dei modelli organizzativi, rendendo così più chiare le posizioni di tutte le parti coinvolte». Al termine dell'incontro, Amazon ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali a livello territoriale. Il Governo, anche attraverso il Prefetto di Piacenza, continuerà a lavorare per supportare questo dialogo.