Qualcuno ha creato una criptomoneta basata sulle banane
La criptomoneta basata sulle banane si chiama Bananacoin e promette di sostenere la prima piantagione biologica del frutto in Laos
MILANO - Potrebbe sembrare un bufala, una delle tante «fake news» che si trovano a zonzo per il web, ma di fatto, non lo è. Qualcuno ha creato una criptomoneta basata sulle banane, o meglio, sulla loro esportazione. Si chiama Bananacoin, è stato co-fondato dagli imprenditori Oleg Dobrovolsky e Alexander Bychkov e sostiene di essere la prima piantagione rispettosa dell'ambiente in Laos.
I fondatori distribuiscono "token" utilizzando la blockchain di Ethereum, un'applicazione di dati decentralizzata spesso utilizzata per la crittocurrency. Ogni gettone - pari al prezzo all'esportazione attuale di 1 chilogrammo di banane - è essenzialmente immagazzinato in una vera piantagione di banane biologiche in Laos, dove si trovano i creatori. Quelle banane sono raccolte e vendute nella vicina Cina, dove la domanda di frutta, secondo i due imprenditori, sarebbe decisamente maggiore dell’offerta. Peraltro non si tratterebbe di una banana comune, ma della varietà «Lady Finger», più costosa e popolare nel mercato cinese. E diversa dal tipo Cavendish trovato nella maggior parte delle botteghe.
I Bananacoins erano già disponibili in prevendita dallo scorso settembre, ma la maggior parte degli internauti ha sentito parlare di loro solo a partire da questo mese, grazie a questo tweet. E a oggi, su 14 milioni di gettoni disponibili, 3,4 milioni sono già stati venduti (secondo il sito web).
Nel caso in cui si perdesse interesse per Bananacoin, è possibile vendere il token acquistato ricevendo indietro il valore di mercato della moneta medesima oppure, se si ha fame, è possibile scambiare il token per un chilogrammo effettivo di banane. Secondo il sito web, l’investitore ha anche diritto di visitare personalmente la piantagione ecologica nella provincia di Vientiane in Laos. I fondatori hanno persino condiviso le coordinate della mappa di Google se si vuole guardarla (dallo spazio).
A questo punto qualcuno penserebbe che siamo davvero arrivati alla frutta con le criptomonete (e scusate il gioco di parole). Tuttavia, questo potrebbe essere un buon momento per entrare nel mercato delle banane. Negli ultimi anni il prezzo delle banane è cresciuto tra il 4 e il 7 per cento l’anno. Inoltre, si può contribuire a una buona causa, la prima piantagione di banane bio nel Laos. Un progetto potenzialmente di valore, uno dei primi pilastri per il buon lancio di una criptomoneta.
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