29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
heroes meet in maratea

Heroes Meet in Maratea: la tecnologia al servizio degli uomini

Inizia in modo dirompente la seconda edizione di Heroes Meet in Maratea, tra incontri e conferenze: il resoconto della prima giornata

MARATEA - Travolgente come l’onda di un mare in tempesta, si è svolta ieri la prima giornata di Heroes, meet in Maratea. Nel segno dell’innovazione, la seconda edizione dell’evento concentra tutte le attenzioni sul rapporto tra l’uomo e la macchina. Il programma è lungo, gli incontri variegati e le invenzioni infinite. L’appuntamento è stato aperto dai fondatori Michele Franzese, Andreina Serena Romano e Valentina Cillo, che non si sono dilungati con le presentazioni, ma hanno preferito lasciare la parola a startupper, speaker e ospiti venuti da tutto il mondo.
 
Dritti al cuore del dibattito, il palco del main stage ha accolto il confronto tra Massimiliano Vercellotti, EY, Laura Catalano, 8Production, e Bruno Zamborlin, Mooges, in merito alla Human Technology. Ai relatori il compito di immaginare il futuro e l’impatto delle nuove tecnologie sulla società. Secondo Vercellotti, la digitalizzazione renderà necessario lo sviluppo di nuove skills e capabilities. Catalano sostiene che la realtà virtuale cambierà il cinema per sempre e Zamborlin, dal canto suo, ha sviluppato un sensore intelligente che permetterà di trasformare qualunque oggetto in uno strumento musicale.
 
Le nuove tecnologie mostrano gli effetti della trasformazione digitale sulle imprese e sull'organizzazione del lavoro, sostiene Vercellotti. L’imperativo è dunque stare al passo coi tempi: aggiornare i tool e le modalità di recruitment, investire in tecnologia e nei percorsi di crescita dei dipendenti. E scommettere sulle startup, con il duplice scopo di aiutarle e farle confrontare con il mondo corporate. Laura Catalano, invece, scommette sul fertile rapporto tra creatività e tecnologia: «Nella parola stessa tecnologia è insito il riferimento alla tecnica e all’arte». Infine è Bruno Zamborlin, inventore di Mogees, a spiegare come l’impatto delle nuove tecnologie possano soddisfare le esigenze dell’uomo, per esempio, il desiderio di catturare tutti i suoni del mondo. A Heroes, Zamborlin presenta la sua invenzione Mogees: un piccolo sensore in grado di convertire in musica le vibrazioni dell’oggetto su cui viene posto. Basato sul machine learning, il sensore può essere utilizzato per creare musica a partire dagli oggetti di tutti i giorni.
 
Sui palchi vista mare si alternano senza sosta lingue, volti e personaggi. Così, mentre prende avvio la competizione di startup, uno dei temi centrali del dialogo sull’innovazione di questo Festival ha attratto nuovamente il pubblico nella main area. Il ruolo delle comunità e dei social network nei processi di posizionamento e vendita delle aziende è stato sviluppato grazie a un’esilarante intervista doppia tra Chris Walts, Ogilvy London, una delle best creative marketing agency con sede a Londra, e Savannah Peterson, Savvy Millenials, che riconosce nella generazione dei «savvy» Millenials, cioè gli «esperti», i leader del futuro, basando il branding e l’engagement delle grandi comunità attraverso un linguaggio nuovo e vincente. Come far nascere una community affiatata e affezionata al brand tanto da diventarne ambasciatrice? Da dove cominciare e quanto investire? Qual è il rischio maggiore quando si gestiscono grandi budget aziendali? Queste le domande a cui i due carismatici ospiti hanno risposto condividendo preziosi consigli e buone pratiche.
 
Dall’importanza delle influencing communities alla capacità di internet di identificare i bisogni dei consumatori: Let’s go to market è l’incontro che ha fatto il punto sulle strategie di comunicazione nel mercato moderno con, tra gli altri, Eleonora Rocca di Mashable Social Media Day Italy, Marco Grossi di Facebook e Luca Signoretti, Marketing Strategist and Consultant.
 
Ma è Oliviero Toscani a incuriosire ospiti, startups e investitori. Tutti sembrano chiedersi quale sia l’idea di innovazione del maestro della fotografia. «Le vostre tecnologie sono tutte vecchie - così esordisce Toscani - un quadro del Mantegna era nuovo alla sua epoca ed è nuovo tutt’ora. Le vostre tecnologie, invece, sono vecchie». Con le sue battute taglienti, il suo sarcasmo provocatorio, le sue idee sul mondo incanta la platea di nativi digitali, nonostante la sua scarsa fiducia nella rivoluzione tecnologica. «La parola startup è ridicola - dice Toscani - la tecnologia è un posto dove tanta gente si perde pensando di essere creativi». Per non parlare di creatività: «Una parola strausata, diventata come una diarrea, la creatività invece è semplicemente la conseguenza di un lavoro fatto fuori dalle regole, con coraggio e contro ogni sistema organizzato».
 
Quasi in controvoce, arriva un altro eroe dell’innovazione, attivo nel mondo del food. Si tratta di Joe Bastianich, imprenditore e ristoratore poliedrico, arrivato a Heroes per spiegare la ricetta del successo della tecnologia applicata al cibo. Quando ormai il sole si è tuffato nel mare, suoni e sapori si risvegliano sotto le stelle di Maratea. Se la finalista di Master Chef Italia 5, Alida Gotta, oggi food influencer, si è esibita in uno showcooking in musica, è con la performance teatrale sulla storia di Amazon che si chiude il sipario sulla prima giornata. Sui ritmi country, blues e rock del Joe Bastianich Project, invece, inizia la notte. L’innovazione a Heroes 2017 sembra non voler mai andare a dormire.