20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
heroes meet in maratea

La tecnologia? Rimetterà al centro ciò che ci distingue dalle macchine: l'umanità

Inizia con un dibattito sul rapporto uomo-macchine la seconda edizione di Heroes Meet in Maratea

La tecnologia? Rimetterà al centro ciò che ci distingue dalle macchine: l'umanità
La tecnologia? Rimetterà al centro ciò che ci distingue dalle macchine: l'umanità Foto: Shutterstock

MARATEA - «L’uomo mette al centro la tecnologia, che rimette al centro ciò che ci distingue dalle macchine: la nostra umanità». Inizia così, con l’intervento di Massimiliano Vercellotti, dottore commercialista e revisore contabile e Talent Leader per la sub-area MED (Italia, Spagna e Portogallo) di EY, Heroes Meet in Maratea, il più importante festival dell’area mediterranea. Nella società Massimiliano si occupa di garantire i percorsi di crescita professionale in grado di sviluppare il talento di tutte le risorse EY e sa bene quanto la tecnologia e il digitale stiano impattando, in realtà, sulle persone. Non solo nella loro vita quotidiana, ma soprattutto, in quello che è il loro percorso professionale.

Secondo l’indice S&P 500, realizzato da Standard & Poor's nel 1957 e che segue l'andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione, il 47% delle aziende scomparirà nell’arco dei prossimi 10 anni a causa dell’invasione delle nuove tecnologie. Stesso percorso seguono le competenze acquisite dai professionisti durante il proprio percorso di studi che, dopo 30 anni dalla loro acquisizione, risultano praticamente inutili: «In sostanza, le skill acquisite dai ragazzi vengono perse praticamente appena dopo che i ragazzi terminano i loro percorsi di studio, diventando inutili», spiega Massimiliano Vercellotti. La soluzione? Cavalcare questa ondata tecnologica, in modo tale da non essere spettatori della rivoluzione digitale, ma attori, veri e propri.

Se da una parte la tecnologia pone nuovi paradigmi e sembra allontanarci sempre più dal concetto di umanità, in molti casi è la stessa tecnologia che porta, nuovamente, al centro l’uomo, nel tentativo spasmodico di emergere in un proliferare di automazione che egli stesso ha creato. E sono proprio gli individui a essere al centro, in questa seconda edizione Heroes Meet in Maratea, laddove la contaminazione - pilastro portante del format - risulta quantomeno necessaria all’interno di un contesto che spesso crediamo erroneamente chiuso come quello del Sud Italia. «Scompariremo? - si chiede Massimiliano Vercellotti - Sicuramente no. Ma dovremo cambiare».

Non che le aziende abbiano la soluzione a portata di mano, ovviamente. Sono molti i lavori a rischio automazione e molti gli interrogativi su come tutelare l’uomo e la sua professionalità di fronte all’avanzata tecnologica. Molti studiosi, infatti, ritengono che tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, se non gestita, possano originare la cosiddetta ‘classe inutile’, ovvero una fetta di popolazione mondiale che sarà economicamente e politicamente ‘non necessaria’. Non necessaria per decidere, non necessaria per produrre. «Anche noi ci poniamo tutti i giorni queste domande - ammette Massimiliano -. Come gestiremo le persone? Che persone assumeremo? Che tipo di percorso di crescita daremo ai nostri ragazzi?».

Domande lecite, tanto importanti quanto la loro risoluzione. Del resto, se l’uomo ha creato la tecnologia, può dominarla. O no? L’equazione uomo-macchina-lavoro si ripete a cadenza costante da centinaia di anni, laddove l’evoluzione dell’uomo si esprime in un’evoluzione della macchina e viceversa, seppur in tempi diversi. Un interessante articolo di Quartz mette in luce come già nel 1850 un gruppo di sartori di New York si rivoltò contro il proprio datore di lavoro a causa dell’uso sempre più massiccio di macchine da cucire, salvo poi porre l’accento sul fatto che - anche all’epoca - tale problema poteva essere sopperito attraverso lo studio, da parte dei sartori e delle cucitrici, di mansioni più alte e qualificate. Insomma, migliori delle macchine. Se avete seguito un po’ il dibattito digitale-posti di lavoro di questi anni, vi accorgerete che problema e soluzione sono praticamente gli stessi.

Sapremo dominare le tecnologie come abbiamo già fatto in passato? Qui a Maratea pensiamo di sì: le persone resteranno al centro, sempre.