La norma anti-FlixBus è legge, stop ai bus low cost (di nuovo)
Continua il rimpallo sulla norma anti-FlixBus. Con l'approvazione da parte del Senato della manovrina, l'emendamento diventa legge. Un vero e proprio ‘bliz legislativo’ come ha affermato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia

MILANO - Con il voto di fiducia in Senato sulla manovrina, la norma anti-FlixBus è ora legge. Un boccone amaro da ingerire, non solo per la società dei bus low cost, ma anche per le aziende e i 3 milioni di passeggeri che dal momento dell’arrivo in Italia della piattaforma, hanno usufruito del suo servizio su 120 tratte. La notizia giunge peraltro in concomitanza con la pubblicazione di quattro sentenze del TAR del Lazio che rigetta i ricorsi delle società concorrenti Marozzi, Liscio e Cotrab nei confronti di FlixBus, assistita dagli avvocati Scanzano e Vitale dello studio legale Chiomenti, sancendo ancora una volta la piena legittimità e conformità alla normativa di settore delle autorizzazioni ministeriali rilasciate all’associazione tra imprese costituite tra FlixBus e le sue aziende partner.
Approvate le norme anti-Flixbus
Un vero e proprio ‘bliz legislativo’ come ha affermato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. Anche perché la cosiddetta norma anti-FlixBus di rimpalli ne ha già avuti fin troppi, in troppo poco tempo. Dopo la polemica scoppiata nei mesi scorsi in seguito al decreto Milleproroghe che conteneva una legge che bloccava di fatto l’operatività di FlixBus in Italia, poi sanata ad aprile da un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, ecco che solo due settimane fa la Commissione Bilancio alla Camera aveva nuovamente approvato un emendamento che andava a ripristinare il tutto. E oggi il parere definitivo del Senato. Morale della favola? Tra il sì e il, ha vinto il no.
«Ci chiediamo a questo punto come e quando si voglia intervenire per risolvere questo nuovo pasticcio legislativo - ha detto Andrea Incondi -. Siamo in attesa di iniziative concrete. Se c'è bisogno di ridefinire le regole, lo si faccia seriamente e su iniziativa istituzionale, in condizioni normali e di piena trasparenza. Ma è inaccettabile lasciare aziende, passeggeri ed investimenti stranieri in balia di un blitz legislativo di cui nessuno si riconosce la paternità, andando contro i pareri di Art e Antitrust».
Ripristinata la norma anti-FlixBus
L’emendamento è firmato dalla deputata pugliese del PD Liliana Ventricelli e nei giorni scorsi anche il presidente Boccia aveva attaccato FlixBus utilizzando l’argomento della webtax, che però nulla ha a che fare con l’azienda. Il decreto, in buona sostanza, limita ai soli operatori del trasporto, e non quindi piattaforme digitali, l’ottenimento dell’autorizzazione a operare le tratte interregionali. E FlixBus è una piattaforma digitale che si appoggia a un partner sul territorio e non un’azienda che svolge come attività principale quella del trasporto. Questa norma era stata cancellata dallo stesso Governo anche a seguito di pareri netti e contrari di Antitrust e ART, oltre che di una petizione salva-FlixBus firmata da oltre 60mila persone.
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