Facebook, in arrivo il pulsante «Non mi piace»
Il pulsante «dislike» potrebbe essere introdotto all'interno delle chat di Messanger. Intanto Facebook ha iniziato la sua lotta contro le fake news

ROMA - Le reaction, a confronto, possono sembrare oggi un contentino. E forse lo sono state anche un anno fa quando sono comparse su Facebook come opzione alternativa al classico Like. Ciò che tutti si aspettavano, però, era li pollice all’ingiù, il cosiddetto «Dislike» per esprimere il proprio imprescindibile disaccordo nei confronti di un post o di una foto. Del resto, si sa, le critiche attirano molto più delle cose positive, da che mondo e mondo. E ora il popolo del «dislike» potrebbe essere accontentato.
Arriva il tasto Dislike
L’indiscrezione arriva da sito TeachCrunch poi confermata dallo stesso team di Facebook. Per ora il tasto «dislike» potrebbe esserci solo sulla chat di Messanger. Il social fondato da Mark Zuckerberg sta infatti eseguendo un esperimento su un numero ristretto di iscritti per tentare di estendere l'opzione di "Reaction" anche ai messaggi privati. Questo significa che se l’esperiemento andrà a buon fine, gli utenti potranno esprimere una loro reazione ai messaggi privati. E tra queste reazioni dovrebbe esserci anche il mitico e atteso pollice all’ingiù. Facebook spiega che il pollice verso su Messenger è da intendersi come un «no», visto che gli utenti usano spesso la chat per organizzare attività o per coordinarsi su qualcosa. Forse anche questo un contentino, dato che il popolo di Facebook il tasto «dislike» lo vorrebbe sui post.
La lotta alle fake news
Intanto Facebook ha iniziato la sua battaglia contro le fake news, etichettando quelle «Contestate» i cui relativi link vengono segnalati attraverso un richiamo grafico che fa intendere che potrebbe trattarsi verosimilmente di una bufala. Al momento la funzione è disponibile solo per il social network statunitense e presto lo sarà per quello francese e tedesco. Le notizie verosimilmente fake non saranno quindi eliminate direttamente dalla bacheca, ma saranno segnalate e rese meno visibili dagli utenti. Inoltre sarà anche spiegato perchè tali news sono ritenute infondate. La prima è stata una presunta news del sito satirico The Seattle Tribune su un dispositivo Android di Donald Trump ritenuto poco sicuro e fonte di diverse fughe di notizie dalla Casa Bianca.
Cosa dice la proposta di legge in Italia sulle Fake News
Il disegno di legge proposto da Adele Gambaro e company si spinge oltre le fake news giudicando altrettanto pericolose le «opinioni che rischiano di apparire più come fatti conclamati che come idee». Legittime sì, ma comunque accostate in un ddl alle fake news, un ddl che peraltro mira a punire chi pubblica questa ultime. Con un’ammenda di 5mila euro, per la precisione. Chi pubblica o diffonde su social o siti, che non siano espressione di «giornalismo online», notizie false, esagerate o tendenziose potrà, infatti, incorrere in tale sanzione. Anche se non è ancora bene chiaro come sarà giudicata la tendenziosità delle notizie. Però ciò che fa pensare è che il legislatore abbia accostato le opinioni alla fake news. Un altro punto controverso del ddl sta nella distinzione che fa tra i giornalisti professionisti e semplici cittadini, considerando che la normativa in questione si applica solo a questi ultimi (ai cittadini). E questo perché, in qualche modo, traspare la condizione che i giornalisti professionisti non solo siano già sottoposti a leggi equivalenti, ma soprattutto siano immuni dal pericolo di diffondere bufale (cosa che non può comunque essere data per certa). Il ddl, inoltre, sempre parlando di norme giornalistiche, estende a tutti i siti e i blog non professionali una serie di norme rubate alla disciplina delle testate giornalistiche, dalla registrazione in tribunale al dovere di rettifica.
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