28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
green economy

La Svezia dice addio ai combustibili fossili

Il governo svedese ha varato un piano che prevede la totale eliminazione dei combustibili fossili entro il 2020. La Svezia mira all'autosostentamento energetico con l'energia prodotta dalle biomasse

ROMA - Dal 2020 addio ai combustibili fossili. E’ il nuovo piano rivoluzionario varato dal governo svedese per investire in rinnovabili. Un progetto ambizioso che mira a far diventare la Svezia, di fatto, pioniera nel settore e uno dei più eccellenti esempi di green economy. Per una nazione che già accelle in quanto ad ambiente ed ecosostenibilità: pensate che è capace di ricaricare oltre il 99% dei rifiuti, importando addirittura la spazzatura dall’estero.

Anche l’Italia punta sull’economia circolare
Riciclare è diventata ormai un’abitudine per gli svedesi, una pratica consolidata, tanto che solo l’1% degli scarti finisce in discarica. Un trend che, nonostante gli allarmismi, sta comincia a sentirsi anche qui in Italia. Secondo il rapporto annuale "L'Italia del riciclo" 2016, realizzato da Fise Unire (l'associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nel nostro Paese oltre 15 milioni di tonnellate di carta, vetro, plastica, legno e organico sono state trasformate in 10,6 milioni di tonnellate di "nuove" materie prime. Complici anche le imprese innovative, l’industria del riciclo recupera ben il 67% dei rifiuti da imballaggio nel 2015.

Addio ai combustibili fossili
Quanto alla Svezia, ciò che Anna-Carin Gripwall, direttrice di un'associazione svedese impegnata nel riciclo, ci tiene a sottolineare, è che il punto fondamentale sta nell’educazione e nella comunicazione «per rendere le persone sempre più coscienti del fatto le cose possono non essere buttate, ma riciclate e riutilizzate». Da questo amore per la natura, il governo ha messo un piano davvero rivoluzionario: quello di rinunciare completamente ai combustibili fossili entro il 2020. l governo ha già pronto un piano di investimenti ben definito: ad esempio, 4,5 miliardi di corone verranno impiegate subito, nei prossimi dodici mesi, per sviluppare le infrastrutture verdi, dai pannelli solari alle pale eoliche fino alla biomassa e alla produzione di energia dall'incenerimento dei rifiuti. Altre risorse economiche (50 milioni di corone l'anno) saranno spese per le tecnologie per immagazzinare l'elettricità in eccesso, e un miliardo di corone sarà destinato all'ammodernamento termico degli edifici abitativi o pubblici per ridurne il consumo energetico.

Un governo attento
Un meccanismo sostenuto da un governo che ha puntato e continua a farlo su norme che educhino e incentivino la popolazione. L’ultima proposta di legge, infatti, riguarda un taglio netto delle tasse e dell’Iva per coloro che tendono a riciclare, il tutto da affiancare all’imposizione di una «chemical tax» per coprire i costi di smaltimento dei prodotti danneggiati o che vengono abbandonati.  La proposta, presentata in bilancio è quella di tagliare l'aliquota Iva dal 25% al 12% sulle piccole riparazioni (come per cicli, vestiti, scarpe) in modo da ridurre i rifiuti e proteggere maggiormente l'ambiente.

Il sostegno ai Paesi in via di sviluppo
Ma non è tutto, perché la Svezia, forte della sua economia e della sua innovazione, tenterà di aiutare anche i Paesi più poveri, spendendo ben 500 milioni di corone per sostenere investimenti per l'infrastruttura e l'energia verdi nei Paesi in via di sviluppo. Inoltre mirerà all’autosostentamento cercando di ottenere la piena autonomia energetica ricavando l’energia dalla biomasse. Come il comportamento di un governo virtuoso può cambiare una nazione. E un ottimo esempio da seguire. Sicuramente.