Cosa c'è dentro il piano Industria 4.0
Solo nel 2017 saranno mobilitati investimenti privati per 10 miliardi in più, passando da 80 a 90 miliardi. I dettagli del piano Industria 4.0 presentato ieri a Milano alla presenza del premier Matteo Renzi
MILANO - Sono 13 i miliardi di euro che saranno destinati per attivare investimenti innovativi nel settore dell’industria 4.0. E’ quanto emerso ieri durante la presentazione a Milano del piano Industria 4.0 dal premier Matteo Renzi che ha sottolineato, peraltro, «una lettura positiva del Paese» e la presenza di «opportunità» in cui ora gli imprenditori devono «credere».
Oltre 13 miliardi di euro
Solo nel 2017 saranno mobilitati investimenti privati per 10 miliardi in più, passando da 80 a 90 miliardi. Un piano, quello dell’Industria 4.0, che, oltre ad essere una sfida economica, è soprattutto una sfida politica e culturale. «Nel piano c’è dentro la fiducia nelle imprese - ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calende -. In nessuna delle slide c'è scritto dove investire, siete voi a scegliere come e dove, noi vi mettiamo a disposizione gli strumenti, l'altro pezzo di strada lo dovete fare voi».
Cosa c’è dentro il piano Industria 4.0
Il piano Industria 4.0 prevede inoltre +11,3 miliardi di spese private aggiuntive in R&S nel periodo 2017 e 2020 e +2,6 miliardi nel volume degli investimenti privati early stage. Queste le cinque direttrici del piano, così come elencate nelle slide di presentazione: operare in una logica di neutralità tecnologica; intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali; operare sui fattori abilitanti, e tra queste, ha detto Calenda, "ci sarà una priorità per la banda larga e le aree grigie"; orientare su strumenti esistenti per favorire il salto tecnologico e la produttività; coordinare i principali stakeholder senza ricoprire un ruolo dirigista. La manovra, spiega il ministro, conterrà un insieme di stimoli fiscali agli investimenti che non si era visto in passato, «con la sostanziale novità di aver abbandonato completamente la logica degli incentivi a bando, tipici di una stagione in cui il governo voleva decidere in quali settori e con quali tecnologie le aziende devono investire». Gli incentivi fiscali saranno orizzontali: si sceglieranno gli strumenti che negli ultimi anni hanno funzionato meglio, orientandoli verso la digitalizzazione.
Come aiutare le Pmi
Buona la risposta delle aziende, confermata dai commenti che hanno seguito la giornata di presentazione. «Industria 4.0 va intesa come l’occasione per riprogettare e innovare il Paese in termini più competitivi e produttivi - ha detto il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania -. La decisione del Governo di scendere in campo con una strategia articolata a favore di Industria 4.0 costituisce un fattore determinante in questa direzione, offrendo forti stimoli all’economia italiana. Ora la priorità è come incidere sul territorio per scaricare a terra tutto ciò. Come far giungere il messaggio, le risorse e le opportunità alla più ampia platea di Pmi, che vanno aiutate in modo concreto ad abbracciare la trasformazione digitale. Per questo occorre mettere in atto un grande sforzo di collaborazione pubblico–privata, diretto a sensibilizzare imprenditori e management e a costruire percorsi che fattivamente conducano imprese e filiere sulla via dell’innovazione, in termini tecnologici, finanziari e di cultura aziendale». Giudizio positivo anche sugli strumenti e le risorse di incentivo previsti dal Piano che secondo Catania «dovranno indubbiamente sostenere i necessari progetti digitali di integrazione, che sono il vero valore aggiunto dei nuovi processi manifatturieri».
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