26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
impresa

Economia circolare, il riuso porterà 600mila nuovi posti di lavoro in Europa

Il valore della spazzatura si aggira intorno ai mille miliardi dollari. L'economia circolare, se incentivata, potrà portare nei prossimi anni alla creazione di 600mila nuovi posti di lavoro in tutta Europa

ROMA - La chiamano economia circolare e anche se la sua nascita sembra derivare in larga parte dai giorni nostri, di fatto, l’ottica del riciclo risale già a diversi anni fa quando, nel 1931, l’economista Harold Hotelling parlava di «prodotti troppo economici sfruttati egoisticamente a un ritmo eccessivo, e realizzati e consumati in modo tale da generare molti sprechi». Oggi, la chiamiamo con nomi diversi, lotta agli sprechi, raccolta differenziata, riuso: in poche parole, economia circolare. Una grossa fetta di mercato che continua a crescere e dalla quale fioriscono imprese e startup che stanno diventando leader nel campo del riuso. E che nei prossimi anni, in Europa, potrà portare alla creazione di 600mila nuovi posti di lavoro.

Cominciamo a riciclare
Se da una parte i quotidiani parlano dell’emergenza rifiuti a Roma, scattando fotografie di bidoni completamente strabordi in pieno centro, a ridosso dei monumenti imperiali che hanno fatto la storia del nostro Paese, dall’altra i dati parlano di un’Italia che sta diventando virtuosa per davvero. Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca nell’ambiente, tra il 2011 e il 2013 l’Italia è riuscita a ridurre del 6,9% i rifiuti destinati alla discarica. E secondo l’Eurostat il tasso di riciclo nel nostro paese è passato dal 17,6% del 2004 al 42,5% del 2014. E sarà meglio. Già, perché, calcolatrice alla mano, ogni anno vengono persi mille miliardi di dollari. E’ questo il valore della spazzatura: quella che potremmo utilizzare per produrre nuovi materiali, così come stanno già facendo numerose startup, nate proprio nell’ottica di riutilizzare ciò che siamo soliti buttare, ma che, invece, costituisce una risorsa importante.

La rivalsa del Sud
Secondo Legambiente tutte le regioni italiane, eccetto la Valle d’Aosta, possono vantare un comune come esempio virtuoso di buona gestione del servizio di raccolta e avvio al riciclo. Ma le regioni del Nord Italia non brillano più come prima: Lombardia e Piemonte ad esempio «sono abbondantemente surclassate dalle Marche e dalla Campania e tallonate dall’Umbria». Già: è proprio il Sud sotto gli occhi dei riflettori, le montagne di spazzatura ai bordi delle strade di Napoli, che sta aprendo gli occhi e puntando all’economia circolare. A Catania, in alcuni quartieri, si è passati nell’arco di qualche mese dall’11 al 60% di differenziata. Non si tratta di un problema culturale, ma di volontà politica e sociale. E di sfruttare le risorse disponibili per un ritorno economico.

Le startup dell’economia circolare
Parlare di economia circolare, però, significa parlare di scarti che diventano risorse. Come l’idea di Orange Fiber, startup che sfrutta gli scarti della lavorazione di arance per trasformarli in un filari per tessuti eco-sostenibile. Orange Fiber nasce dall'idea di due ragazze siciliane: sfruttare gli scarti della lavorazione delle arance, 700mila tonnellate in Italia, e trasformarli in un filato per tessuti eco-sostenibile, risolvendo anche un problema industriale. Adriana Santanocito ha fondato l'azienda con Enrica Arena: i primi tessuti realizzati sono un raso e un disegno pizzo con la seta. «Quando indossi un tessuto questo contiene delle micro capsule che hanno all'interno gli oli essenziali di agrumi e a contatto con la pelle viene rilasciato: è come se indossassi una crema» spiega. Poi c’è il caso di  Antonio Di Giovanni e Vincenzo Sangiovanni, che hanno avviato una startup per produrre i funghi dai fondi di caffè. «Di fatto il nostro lavoro consiste nell’unire il fondo di caffè e il pergamino del chicco insieme al micelio del fungo in modo tale da costituire un substrato ideale dal quale poi nascono i funghi - ci racconta Antonio di Giovanni -. Abbiamo poi pensato di specializzarci anche nella produzione di un substrato pronto per la coltivazione di funghi da vendere come kit e quindi già provvisto di micelio».

400mila posti di lavoro in Europa
E questi sono soltanto due virtuosi esempi italiani di come gli scarti possono diventare delle risorse e produrre valore economico. L’economia circolare, di fatto, permetterebbe di risparmiare circa 604 miliardi di euro alle imprese europee ogni anno. Stando allo studio condotto dal Legambiente, l’economia circolare può portare fino a 200 mila nuovi posti di lavoro, insieme con maggiore risparmio e più benefici ambientali. Uno scenario che, trasportato in Europa, vale una crescita del 7% del Pil (secondo le stime di Ellen MacArthur foundation e McKinsey center for business and environment) e quasi 600 mila nuovi posti di lavoro: 400 mila grazie a «un'applicazione rigorosa dell'attuale legislazione sui rifiuti» e oltre «180 mila posti per l'applicazione» delle misure sull'economia circolare.