19 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Missioni spaziali

Mosca e Pechino alla conquista dello spazio

Il futuro spaziale della Russia ha scelto la Cina come partner per arrivare sulla Luna e su Marte

Missioni spaziali
Missioni spaziali Foto: ANSA

MOSCA - Suona romantico «mano nella mano», ma si tratta di un calcolo geopolitico fin troppo scoperto: il futuro spaziale della Russia ha scelto la Cina come partner per arrivare sulla Luna e su Marte. Non sono soltanto uno o più progetti spaziali. È una ricerca sempre più intensa e ansiosa di cooperazione con Pechino, anche alla luce dei rapporti con l'Occidente, largamente deterioratisi negli ultimi mesi. Non è un caso: in questi giorni si è tenuto «il primo EXPO russo-cinese» ad Harbin, il capoluogo della provincia dello Heilongjiang. Mentre con l'Ovest il discorso sembra interrotto.

La cooperazione con il Dragone si è già abbastanza intensificata, dopo che il presidente Vladimir Putin a fine maggio, ha firmato un contratto trentennale per la fornitura di gas alla Cina per 400 miliardi di dollari. E mentre i rapporti con gli Usa si facevano sempre più problematici, sullo sfondo della crisi ucraina, Mosca aveva annunciato la ripresa del programma lunare.
Erano i primi mesi del 2014.

Ora si guarda alla Luna. Ma anche questo ha poco di poetico. E non tutto va per il meglio, dopo un altro fallimento di Roscosmos con il razzo Angara: una brutta figura proprio davanti agli occhi perplessi di Putin, venerdì scorso. Il tentativo fallito di lanciare l'Angara - sviluppato per oltre due decadi - è una vera disavventura per l'industria spaziale russa, che in epoca sovietica ha sempre primeggiato, tanto da rimanere la più solida e affidabile anche nel nuovo millennio. Ma non si può vivere a lungo di rendita.

Quindi è venuto il momento di rinnovarsi davvero. «Se parliamo di volo spaziale con equipaggio ed esplorazione dello spazio esterno, del sistema solare, soprattutto la Luna e Marte, siamo pronti a muoverci insieme con i nostri amici cinesi, mano nellamano», ha detto il vicepremier Dmitri Rogozin, che essendo responsabile per l'intero comparto si sta giocando molto. Fino ad oggi, a volare attorno alla Luna sono stati solo 18 esseri umani.
Tutti americani che hanno partecipato a varie missioni dell'Apollo, e 12 di loro sono atterrati sulla superficie della Luna.

La Russia e la Cina, a parte la Luna, potrebbero potenzialmente lavorare insieme per creare un veicolo spaziale, «indipendente da chicchessia», nonché cooperare per la registrazione cartografica e le comunicazioni, ha detto Rogozin che ad Harbin ha partecipato all'Expo (29-30 giugno) con il vice premier del Consiglio di Stato cinese Wang Yang.

Wang Yang si è congratulato per la riuscita dell'evento, ed ha auspicato che le due parti si impegnino per rendere la fiera una nuova piattaforma della cooperazione concreta e dell'amicizia fra i due paesi, e offrano un ampio palcoscenico per la cooperazione economica regionale.

Roscosmos ha firmato con le controparti cinesi anche un memorandum d'intesa «sulla cooperazione in sistemi globali di navigazione satellitare», ha aggiunto, sottolineando che il sistema di navigazione GLONASS russo e il cinese Beidou vanno «molto bene insieme». Il tutto alla luce di chiari segnali negativi sul fronte opposto. Sempre Roscosmos lo scorso 22 giugno ha smentito seccamente di partecipare con le sue navicelle al programma occidentale che vorrebbe portare turisti sulla Luna per la «modica» cifra di 150 milioni di dollari. L'agenzia spaziale russa ha replicato stizzita dopo l'annuncio di Tom Shelley, grande capo della Space Adventures, ossia «l'unica compagnia che ha portato sul mercato l'esperianza spaziale», si legge nella sua presentazione.

In precedenza era stato riferito che nel 2017 la società prevedeva di organizzare una serie di missioni sulla Luna su una versione modificata della russa Sojuz, sotto la supervisione di un cosmonauta russo. Il costo dichiarato del biglietto per la luna era di 150 milioni di dollari, secondo Shelley, e due persone hanno già effettuato un deposito.

«Forse potrebbero consultarci, prima di fare affermazioni del genere» ha successivamente dichiarato il numero due di Roscosmos Denis Lyskov supervisione del programma spaziale. «Non so neppure come sia stato determinato il prezzo del biglietto per 150 milioni di dollari e comunque non abbiamo intenzione di lavorare su modifiche alle navicelle». Tanto più che «non ha senso, perché è già in corso un programma per sviluppare un nuovo veicolo spaziale, che sarà in grado di fare una spedizione sulla luna», ha spiegato. Il riferimento di Lyskov è a «Energia». Secondo i piani di Roscosmos, dovrà sostituire la Sojuz dopo il 2020.